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La tenerezza

Regia di Gianni Amelio vedi scheda film

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La recensione su La tenerezza

di Furetto60
8 stelle

Notevole e pieno di poesia, questo lavoro di Gianni Amelio. Superlativa la prova attoriale di Renato Carpentieri. Ottimo tutto il cast.

Lorenzo, Renato Carpentieri è un maturo avvocato di lungo corso, che come lui stesso ammette, è “famigerato” piuttosto che “famoso”, a causa del pessimo carattere e dell’esercizio poco ortodosso della professione. Vedovo da tempo di una donna che ha amato poco, o forse niente, vive da solo in un palazzo antico nel centro di Napoli, si ostina ad evitarsi sistematicamente, i suoi due figli: il giovane Saverio, piuttosto arido e apatico, preso unicamente dal suo lavoro e dai soldi e la maggiore, Elena, madre single e interprete per il tribunale, molto sensibile, che patisce molto la ritrosia paterna.Scorbutico e diffidente, cercando ottusamente l’isolamento e la solitudine Lorenzo ammette di non amare più i propri figli, da quando sono cresciuti, mentre nutre profondo affetto per il nipotino Francesco, che sottrae spesso alle lezioni della maestra. In rotta con Elena da anni, ormai il padre non le rivolge più la parola, qualcosa li divide, un evento oscuro legato alla morte della moglie, che Lorenzo, come lui stesso riconosce, tradiva con Rossana, peraltro anche lei liquidata senza troppi complimenti, dirà di lui che è egoista e disamorato, mentre la figlia si affanna per Lorenzo, costantemente preoccupata del suo stato di salute, è reduce da un infarto e non si cura per niente, butta le medicine nella spazzatura e fuma come un turco. A riavviare l’umanità in questo uomo disincantato e cinico, è l’incontro fortuito con una giovane coppia del Nord: Fabio e Michela con due figli piccoli, appena trasferiti  a Napoli, nell’appartamento affianco, il cui terrazzo è in comune, lui ingegnere navale lei casalinga e madre, sono spaesati in una città splendida ma difficile, soprattutto per chi non la conosce bene, Michela, è una ragazza semplice ed espansiva, anche se si porta dietro sempre un velo di tristezza e una fragilità evidente, dimentica sempre tutto, dice di lei il marito che è la sua terza figlia. Col suo comportamento naturale, dirada l’abulia di Lorenzo, si fa dare lezioni di cucina, entra in confidenza, ma sempre con composta educazione. In poco tempo Lorenzo familiarizza, passa molto tempo con la coppia e con i loro figli, va a fare visita a Fabio nel cantiere in cui lavora. Lui gli racconta che non ha mai avuto molti amici e da bambino era arrivato addirittura a pagarli per fruire della loro compagnia e in più non riesce a comunicare con i figli, non sa cosa dire, sono bambini. Lorenzo lo contraddice: “I bambini capiscono tutto, anche la Divina Commedia, magari sul momento non dicono niente, ma dopo una settimana ti parlano di Paolo e Francesca”: C’è una scena molto eloquente, la cui potenza espressiva, si capirà più avanti. Fabio è a passeggio con la sua famiglia e un ambulante petulante, cerca di vendergli a tutti costi dei calzini, insiste molto e fastidiosamente ma la reazione di Fabio è smisurata, eccessiva e violenta, lo maltratta istericamente, arrivando ad inseguirlo furibondo, solo l’intervento di Lorenzo, lo placherà, gli dice:” mi dispiace ho perso la testa, chissà cosa penserà di me?” Niente io non giudico, faccio l’avvocato” È evidente il carattere instabile di questo giovane, che poi sapremo ha anche un’ombra macabra nei suoi trascorsi di fanciullo solitario. A questi nuovi vicini, l’anziano si affeziona e la compagnia di Michela, estroversa e solare, sembra riaccendere in lui quel sentimento paterno che pareva svanito, condividendo il terrazzo comune, che consente finalmente il “passaggio”, non soltanto fisico, di una rinnovata emozione nella sua vita. L’irrompere di una tragedia improvvisa ma non del tutto inspiegabile, negli occhi di Fabio mentre gioca con il modellino di una macchina dei pompieri, leggiamo lampi di follia, farà andare in profonda crisi Lorenzo, ma lo costringerà a distruggere la barriera emotiva costruita intorno a sé, per affrontare il proprio passato e ritrovare un rapporto con i propri cari, dopo il dolore arriva per lui la riscoperta di un sentimento di amore, che sembrava estinto. Assoluto protagonista è qui Renato Carpentieri che con una interpretazione maiuscola, si fa carico di tutto il film ispirato al romanzo di Lorenzo Marone “La tentazione di essere felici,” infondendo al suo personaggio grande spessore emotivo. Il regista Amelio racconta la sua storia introspettiva, sommessamente, con grande garbo,  seguendo i suoi protagonisti, nel loro intimo dolore e lungo le strade di una Napoli, ricca di colori e di umori, ripresa nel suo aspetto, variopinto dalle tante sfaccettature, immortalato dalla efficace fotografia di Luca Bigazzi. L’atmosfera di questo cartolina suggestiva e inimitabile costituisce lo sfondo ideale, per narrare la dolorosa vicenda. Gianni Amelio scegliendo un attore coetaneo e per la prima volta nella sua lunga carriera, protagonista, racconta un'umanità in cerca d’amore, nonostante un'inquietudine che ne accompagna le azioni. Con La tenerezza realizza, dunque, un’opera lenta, pesante, fuori dal tempo e fuori dallo spazio, in una dimensione altra, un turbinio di emozioni, un viaggio nell’anima e fra le vie di una città ricca di contraddizioni, ma carica di un pathos unico. Elio GermanoGiovanna Mezzogiorno e Micaela Ramazzotti nonché Maria Nazionale, aderiscono perfettamente ai loro personaggi. Bello ricco di poesia ed emozionante

 

 

 

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