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La schiava io ce l'ho e tu no

Regia di Giorgio Capitani vedi scheda film

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La recensione su La schiava io ce l'ho e tu no

di antimes
7 stelle

spumeggiante commedia di Capitani, con un cast in serotonina piena. Basta solo l'inizio, con Buzzanca in aereo che ne combina di ogni al povero suo compagno di posto, per capire che il film ha un'aria leggera, scanzonata. Tutto scorre benissimo, dal nostro siciliano, fiero e risoluto, che si vede ridimensionare da una Catherine Spaak meravigliosa e volitiva (in una delle sue migliori performance, a mio parere). Il suo alter-ego infatti, Demetrio Cultura, è un venditore di automobili che si fregia di essere uno sciupafemmine. Incontrerà sul suo cammino però una donna che annichilirà la verve del maschio alfa latino, facendolo indossare vestiti all'ultimo grido e facendolo assistere a concerti di musica concreta (sarà da qui che prenderà spunto il famoso concerto di Stockhausen de "le vacanze intelligenti"?).

 

Buzzanca dunque si stufa della petulanza della moglie e vola in Amazzonia (non prima di essersi fatto un'amante, Adriana Asti, che sarà ancora peggio della Spaak, in quanto a stalkeraggine). Giunto in Brasile si comprerà una schiava (tale Veronica Merin, al suo unico film all'attivo) che tuttavia gli causerà ancora non pochi problemi. L'intero tessuto del film regge in maniera egregia, non ci si annoia. Buzzanca non soffre particolarmente del fatto di reggere praticamente da solo l'intero impianto della narrazione (così come anche ne "Il gatto mammone", in quel caso addirittura sdoppiato). La regia è dinamica, veloce, musicale. Non ci sono rallentamenti se non, forse, nella caratterizzazione di Adriana Asti (esageratamente macchiettistica...e sinceramente poco credibile come si possa passare dalla Spaak a lei, in versione anche molto imbruttita). 

 

In definitiva un film decisamente gagliardo, forse poco conosciuto, che non ha cali, caratterizzato da attrici molto belle (anche la misteriosa Manua, quasi una sosia di Sophie Marceau). Voto 7 più. 

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