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Nella valle della violenza

Regia di Ti West vedi scheda film

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La recensione su Nella valle della violenza

di leporello
5 stelle

 

   Un brutto western fatto bene.

 

  Per spiegare, forse è più comodo partire dal “fatto bene”: intanto l’ambientazione , inteso come location fisica (New Mexico, sempre la migliore)  e come scenografia (il villaggio semi-fantasma di Denton, ancorché non  concepibile in termini logici, è perfetto per l’idea del film); poi l’atmosfera tutte mezze bestemmie di bifolchi navigati e  sputacchi che si rincorrono nella polvere,  (molto western, davvero), che fa il paio con la consuetamente imbarazzata, debole  presenza di due figure femminili, due sorelle, il cui incedere nella storia fa comunque parte del “fatto bene”, se non altro per la loro conflittualità,  satellite alla conflittualità del pianeta in cui Ti West colloca la vicenda; infine (ed è già troppo), un’onesta (nel senso di classica) contrapposizione tre il “buono” che se ne va per i fatti suoi e non cerca nessuna rogna e il gruppo di cattivissimi in cui incappa e che invece di rogne vive, più per noia che per altro, e per giunta non proprio in coalizione granitica. 

 

  Perché brutto, invece, non so se si fa presto a dire, ma ci provo.


  Ethan Hawke, col suo faccino-piccino-piccino-tanto buonino,  può fare (quasi) di tutto nella sua vita di attore tranne quello che gli si chiede di fare in questo film; il cagnetto pagliaccetto (al quale è riservata la prima inquadratura, e quindi personaggio protagonista ben oltre, credo, le cattive conclusioni che trae il regista) e il suo destino, sono quasi (senza quasi) offensivi del buon gusto, cinefilo e cinofilo insieme (Dio benedica la simpaticissima Jumpy!); e infine (soprattutto) una sceneggiatura così debole che più debole non si può, una storia insulsa e stecchita che si tenta invano di ingrassare con qualche debole situazione collaterale (il predicatore ubriacone), o con altrettanto deboli radici “umanitarie” presuntivamente abbarbicate nell’animo del protagonista, disertore sudista,  nauseato da tutta quella violenza in cui improvvisamente si ritrova invischiato.


  A poco valgono le eroiche prestazioni attoriali di John Travolta e ancor più di James Ransone (il primo, cattivo intelligente, il secondo, cattivo stupidissimo): “In a Valley Of Violence” è soprattutto un brutto film. Poi, siccome è fatto bene, si può anche vederlo un attimo.

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