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The Bacchus Lady

Regia di E J-Yong vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Bacchus Lady

di alan smithee
7 stelle

CINEMA OLTRECONFINE 

So-Young è una donna ormai alle soglie della vecchiaia, che per far fronte ad una pensione che non le consente di vivere col tenore di vita adeguato, è costretta a svendere il proprio corpo, divenendo quella che, in termini leganti o evasivi, viene definita in Corea una "Bacchus Lady". I suoi clienti sono sempre più radi ed anziani, ed il frequentarli espone la donna, oltre al pericolo di contrarre malattie veneree - come di fatto accade - anche a divenire una sorta di angelo confessore a cui i clienti finiscono per rivelare tutte le proprie problematiche. L'incontro con una vecchia amica, l'irruzione nella sua vita di un piccolo bambino filippino da accudire a causa dell'arresto della madre naturale del piccolo, e l'incontro con due particolari clienti in cerca di eutanasia, esporranno la donna a divenire un angelo sacrificale, desinato ad assumersi responsabilità superiori alle proprie possibilità, elevando la donna ad una sorta di figura superiore in grado di alleviare pene insormontabili, con un sacrificio che, per quanto azzardato, delinea tutte le caratteristiche di un comportamento altruista e in buona fede.

Un bel personaggio, quello che risalta dall'opera seconda del regista coreano E J-Yong, che si sbilancia con un certo azzardo, ma senza perdere lucidità, su tre tematiche cardine assai impegnative come la prostituzione, la fine assistita e il senso della maternità, rendendo il film una via di mezzo tra un dramma che si apre alla commedia, ed una commedia che osa toccare apici altamente drammatici.

In questo contesto originale, quasi ibrido, spicca per intensità la prova matura, drammatica ma con venature ironiche e disincantate, dell'ottima protagonista, un personaggio complesso e un po' chiuso in se stesso a cui la valida attrice Youn Yuh-jung riesce a conferire un appeal quasi mistico, da angelo completamente terreno ed imperfetto che si adopera a stemperare il dolore e la sofferenza altrui con una predisposizione dai tratti provvidenziali.

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