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La cura dal benessere

Regia di Gore Verbinski vedi scheda film

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La recensione su La cura dal benessere

di will kane
6 stelle

L'amministratore delegato di una grossa azienda di Wall Street è sparito: le ultime notizie circa l'uomo lo vedevano in vacanza in un centro benessere in Svizzera, ed il giovane intermediario rampante, che lavora per la stessa compagnia, viene minacciato di perdere il lavoro e finire in carcere, perchè ha fatto il furbo, se non andrà a recuperare il pezzo grosso, la cui presenza è cruciale per i boss della ditta. Ma la gita in Europa non sarà per niente semplice, perchè il centro si rivelerà tutto, fuorchè un'esperienza rilassante.... Gore Verbinski ritrova il cinema dell'orrore sedici anni dopo "The Ring", che è stato uno dei grandi successi della sua carriera: parte come un thriller fosco, "La cura dal benessere", ma la trama lo porta progressivamente nei canali del cinema orrorifico: il regista ne ha scritto anche il soggetto, e si avverte che è un lavoro più personale di altri titoli della carriera di un director che tra trionfi al box-office (il citato "Ring" ed i primi tre "Pirati dei Caraibi") e lungometraggi più autoriali ("The Weather man", "Rango") ha avuto alti e bassi di considerazione. Questo è, tuttavia, un film molto derivativo, giacchè cita a più non posso, vedi l'inquietante piscina ("Suspiria"), l'incidente con il cervo ( lo stesso "The ring"), una scena che chi soffre un pò la fobia del dentista, non dimenticherà ("Il maratoneta"), ma, soprattutto, il debito è verso le paure suscitate da Mario Bava, e nello specifico, "Operazione paura", e più che mai "Gli orrori del castello di Norimberga", di cui si riprende lo snodo principale dei misteri che gravitano sul racconto. Forse troppo lungo, perchè dura quasi due ore e mezzo, fa apprezzare il lavoro della regia, che incuriosisce ed inquieta lo spettatore con soluzioni mai gratuite: peccato che approdi ad un finale risaputo, in cui il Male all'ultimo viene sconfitto rocambolescamente. Anche se, ad onor del vero, Verbinski si congeda dal pubblico con un'ultima inquadratura ambigua. Tra gli attori, Dane DeHaan conferma riflessi che lo fanno somigliare ad un giovane Klaus Kinski, e un attore bravo, ma sottoutilizzato ad Hollywood, come Jason Isaacs, nel ruolo del misterioso direttore del centro benessere, dà buona prova del proprio talento.

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