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The Founder

Regia di John Lee Hancock vedi scheda film

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La recensione su The Founder

di Speusippo
6 stelle

Con “The Founder” il regista John Lee Hancock è tornato a occuparsi di figure ed eventi legati al pantheon capitalistico-imprenditoriale statunitense: se nel 2013, in “Saving Mr. Banks”, si era concentrato sulla figura di Walt Disney, tre anni dopo ha scelto di dedicarsi invece alla leggendaria storia del colosso del fast-food più conosciuto al mondo: McDonald’s.

 

La vicenda narrata si svolge negli anni Cinquanta e pone al proprio centro tre figure: da una parte, Ray Kroc, venditore di mixer dal passato colmo di scomodi fallimenti; dall’altra, gli amabili fratelli Mac e Dick McDonald, geniali e infaticabili inventori di un ristorantino chiamato McDonald’s. All’interno del locale fondato dai fratelli vige un sistema di organizzazione congegnato con creatività e rigore, una coreografia produttiva che garantisce massima efficienza e massima qualità. Kroc, che scopre grazie alla propria curiosità il felice microcosmo costituito da McDonald’s, scorge nell’invenzione dei due fratelli un potenziale eldorado: forte della propria perseveranza verso il perseguimento del successo, unico valore al quale Kroc sembra credere, lo stesso Kroc riesce a mettersi in affari con i titubanti fratelli McDonald. Nasce allora una contrapposizione destinata ad animare il resto dell’opera: da un lato, la determinazione spietata e capitalistica con la quale Kroc erige progressivamente un impero imprenditoriale; dall’altro, il patimento dei fratelli McDondald, costretti a mal sopportare, a soccombere, ad annullarsi dinanzi alla brutale razzia posta in atto dall’insaziabile Kroc.

 

Il film costruito da Hancock scorre in maniera asciutta e regolare: tutto – ogni scena, ogni personaggio, ogni gesto – pare direzionato alla ricostruzione ben calibrata della vera storia di McDonald’s, senza artifici pirotecnici o forzature stravaganti. In “The Founder”, dunque, non si scorgono né complesse architetture temporali né colpi di scena sconvolgenti né scelte registiche rivoluzionarie. Hancock tiene lo sguardo ben puntato sulla nascita e lo sviluppo di McDonald’s, ponendo elegantemente in secondo piano vicende collaterali quali le relazioni sentimentali di Kroc. Anche l’interpretazione offerta dagli attori, complessivamente valida, non pecca mai di divismo: da Michael Keaton a Laura Dern, da Nick Offerman a John Carroll Lynch, nessuno eccede. Anzi: alcuni, come i sopracitati Offerman e Lynch, offrendosi totalmente alle esigenze dell’opera raggiungono interpretazioni di pregevole qualità. Persino l’orchestrazione di elementi come il colore e il ritmo del montaggio pare orientata all’equilibrio.

 

In sostanza, “The Founder” è una storia ben raccontata, a tratti divulgativa. Una storia che forse avrebbe potuto dire qualche cosa di più?, ci si chiede al termine dell’opera. Ebbene: proprio questa perplessità tende ad ammantare l’intero film, rendendo faticoso concedere allo stesso un plauso pieno. Dinanzi a un soggetto grandioso come la storia del colosso McDondald’s sarebbe risultato eccessivo sviluppare personaggi dalla fisionomia più complessa e articolata, avvalersi di tecniche narrative più stimolanti, ricercare intrecci dai risvolti più intensi e incisivi? O forse la grigia mediocrità che sembra complessivamente dominare personaggi come Ray Kroc, potendo essere interpretata come implicita deplorazione per il suo essere nient’altro che un ingranaggio del sistema capitalistico capace di interpretarne in maniera istintiva e vincente i meccanismi, è quanto più si dovrebbe apprezzare del film? Hancock e lo sceneggiatore Robert Siegel avrebbero dovuto osare di più, oppure ci hanno consegnato un film che non racconta soltanto una storia, ma descrive anche la piatta e conformistica banalità, fatta di sete di successo e denaro, da cui si è innalzato un impero emblematicamente statunitense?

 

Sbilanciarsi non è semplice, si rischiano voli pindarici tra cieli troppo lontani dalle terre dell’ermeneutica. In dubio pro reo, allora? Forse non è questo il caso idoneo all’applicazione del noto principio. Sicuramente, però, “The Founder” è un film meritevole di visione.

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