Regia di Daniele D'Anza
Con Ugo Pagliai, Janet Agren, Adolfo Celi, Guido Leontini, Paolo Stoppa, Vittorio Mezzogiorno, Arturo Dominici, Enrica Bonaccorti... Vedi cast completo
Sicilia, inizio XIX secolo. Un giovane attraente arriva in paese e un tradimento si consuma, trascinando con sé un omicidio per gelosia: a quasi trecento anni di distanza, si ripete l'amaro caso della baronessa di Carini.
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Un incubo a occhi aperti, in cui lo spettatore viene coinvolto fin dai titoli di testa, una macabra ballata sicula di Otello Profazio, cantata dal grande Gigi Proietti, immagini angoscianti di una giovane in pericolo e della sua imminente morte: "Signuri patri, chi vinisti a fari?" "Signora figghia, vi vegnu a mmazzari!!"... e delle sue conseguenze. Il protagonista che scopre le sue dimenticate… leggi tutto
Sicilia, inizio XIX secolo. Un giovane attraente arriva in paese, un tradimento si consuma, trascinando dietro di sè un omicidio per gelosia: a quasi trecento anni di distanza, si ripete l'amaro caso della baronessa di Carini. Sceneggiato televisivo ispirato a una canzone popolare siciliana; scritto da Lucio Mandarà, che compare di persona nei primi minuti del film, per spiegarne… leggi tutto
Un incubo a occhi aperti, in cui lo spettatore viene coinvolto fin dai titoli di testa, una macabra ballata sicula di Otello Profazio, cantata dal grande Gigi Proietti, immagini angoscianti di una giovane in pericolo e della sua imminente morte: "Signuri patri, chi vinisti a fari?" "Signora figghia, vi vegnu a mmazzari!!"... e delle sue conseguenze. Il protagonista che scopre le sue dimenticate…
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Sicilia, inizio XIX secolo. Un giovane attraente arriva in paese, un tradimento si consuma, trascinando dietro di sè un omicidio per gelosia: a quasi trecento anni di distanza, si ripete l'amaro caso della baronessa di Carini. Sceneggiato televisivo ispirato a una canzone popolare siciliana; scritto da Lucio Mandarà, che compare di persona nei primi minuti del film, per spiegarne…
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Commenti (1) vedi tutti
A 4 anni di distanza dal grande successo de "Il segno del comando" si ritrovano Daniele D'Anza (regista), Lucio Mandarà (sceneggiatore) e Ugo Pagliai (protagonista) per un altro riuscito "romanzo popolare", sospeso tra realtà e leggenda. Pagliai sempre un po' ingessato e enfatico. Gli rubano la scena i sublimi Stoppa e Celi. Luminosa Agren.
commento di degoffro