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Regali da uno sconosciuto

Regia di Joel Edgerton vedi scheda film

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La recensione su Regali da uno sconosciuto

di maurizio73
4 stelle

Suddiviso idealmente nelle tre parti di una partita a scacchi col passato, questo dramma dell'assedio comincia con la sordina di un incontro apparentemente casuale, prosegue con una parte centrale di polarizzazione dei caratteri per chiudersi un un revenge-ending che ribalta ruoli e situazioni nel classico colpo di scena che ti aspetteresti.

Trasferitosi da Chicago nella piccola cittadina di provincia dov'è cresciuto, il manager di successo Simon vorrebbe iniziare con la bella moglie Robyn una nuova vita ed un nuovo stimolante lavoro, ma la presenza di un episodio scomodo ed ingombrante del suo passato si materializza con la comparsa del suo ex compagno di scuola Gordo, che inizia ad assillare la coppia con regali e visite tanto inattese quanto indesiderate. La realtà però è molto diversa da come appare. Sorpresa finale.

 

locandina

Regali da uno sconosciuto (2015): locandina

 

I topoi del thriller psicologico come facili espedienti per un esordio alla regia che vorrebbe apportare al genere il suo contributo di originalità ed immancabili citazioni d'autore (da Hitchcock a Kubrik, da Scorsese ad Haneke solo per citarne alcuni); questo l'assunto principale di un film che fa della scrittura e dei funzionali accorgimenti della messa in scena il suo principale biglietto da visita (al botteghino) con tanto di inquadrature fisse in campo medio (chi ci starà osservando?) e gli insinuanti piano-sequenza negli angusti spazi di una casa-trappola da antologia cinefila. Suddiviso idealmente nelle tre parti di una partita a scacchi col passato, questo dramma dell'assedio comincia con la sordina di un incontro apparentemente casuale, prosegue con una parte centrale di polarizzazione dei caratteri per chiudersi un un revenge-ending che ribalta ruoli e situazioni nel classico colpo di scena che ti aspetteresti.
Tutto già visto si dirà, compreso il più classico dei moventi sociali alla base dei sani principi del modello educativo americano (fatto di perdenti e di vincenti, ma anche dell'immancabile occhio-per-occhio della tradizione biblica) e di un'attesa che centellina la tensione utilizzando espedienti narrativi che fanno dell'inverosimiglianza il loro prevedibile ammiccamento ai modelli del cinema noir. Il fatto è che se i meccanismi del genere non sono un pregiudizio alla riuscita del film, lo è invece la capacità di reggere gli onesti 108 minuti del metraggio portando dentro e fuori dalla scena i suoi personaggi senza farci accorgere che uno di questi (il più importante? il più cattivo?) deve per forsa piazzarsi anche dietro la macchina da presa, affrettandosi a girare le proprie scene ed affidando al montaggio l'onere di farlo comparire quando di dovere. Va da sè che a nostro giudizio il compitino è stato svolto poco e male se la presenza minacciosa del Weirdo Gordo più bonario della storia del cinema sembra rinunciare alle sue assillanti ripicche nel finale di una gestazione che prelude ad un parto tanto atteso quanto prevedibile e tutto si riduce all'insidia di un stalking domestico alla Cape Fear dove vittima è aguzzino finiscono per scambiarsi i ruoli in un gioco sporco dove la vera vittima è l'onore ferito ed il dono piu importante può diventare l'assillo di una vita. Dimentichiamoci quindi la doppiezza del male che si traduce in personaggi leggendari per i più appassionati frequentatori del genere (dallo Joseph Cotten di Shadow of a Doubt al Bob De Niro di Cape Fear, dal Michael Caine di Dressed to Kill al Choi Min-sik di Old Boy) come pure delle atmosfere sospese e indecifrabili del Caché di Haneke, in quanto tutto viene normalizzato proprio dalla scontatezza di un finale edificante e mistificatorio che abbozza una soluzione compensatoria al dilemma etico di rito con le formulette retoriche di risaputi adagi: Non si muove foglia che Simon non voglia...Il male che gli uomini fanno...La calunnia è un venticello e... compagnia cantando. Cast azzeccato (Gordo Edgerton a parte) con un Jason Bateman più credibile come buono che falso-cattivo ed una smagliante ed atletica Rebecca Hall che sprizza sensualità da tutti i pori (soprattutto dopo aver fatto jogging!). Successone al box office e riconoscimento a Joel Edgerton come miglior attore al . Si sa, alla Spagna piace stran(mb)o!

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