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Angel's Egg

Regia di Mamoru Oshii vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Angel's Egg

di AndreaVenuti
9 stelle

Angel's Egg è un film d'animazione giapponese del 1985, scritto e diretto da Mamoru Oshii, inoltre si segnala il lavoro prezioso di Yoshitaka Amano: talentuosissimo e ormai celeberrimo illustratore, qui si è occupato del Character Design e Art Director.

 

Sinossi: Una misteriosa bambina si aggira per una città distrutta e semi-abbandonata, il suo unico scopo sembra essere quello di proteggere uno strano uovo; un giorno incontra un soldato altrettanto enigmatico interessato all'uovo.....

locandina

Angel's Egg (1985): locandina

Nei primi anni Mamoru Oshii, dopo aver fatto gavetta presso il celebre studioTatsunoko, si conquista discreta notorietà per aver lavorato alla serie Lamù, prodotto dallo studio Pierrot tuttavia il giovane autore desidera sperimentare maggiormente e nel 1984 con Lamù-Beatutiful Dreamer realizza la sua prima opera veramente autoriale. 

il film non è stato capito dal pubblico ma questo non scoraggia l'autore, il quale l'anno successivo alza notevolmente l'asticella con il suo film più sperimentale e visionario: Angel's Egg

 

Angel's Egg è un film essenziale nei dialoghi, con una sceneggiatura volutamente inesistente o quasi, dove ciò che conta sono le immagini pregne di significato e bellezza; immagini altamente pittoriche e simboliche che presentano svariati significati ed interpretazioni ma nonostante questo è possibile ritrovare una serie di tematiche e stilemi che caratterizzeranno la poetica visionaria del maestro Oshii, ma andiamo con ordine.

Impossibile non citare l'immagine iniziale: primo piano su una mano che fa il gesto di stringere con forza qualcosa ma in realtà il suo palmo è vuoto, tuttavia sentiamo chiaramente il tipico suono del crack inoltre lo sfondo è nero come la pece.

Inizio emblematico e criptico, privo di un significato univoco.

 

Importantissima e memorabile la messa in scena, incredibilmente affasicnante nella sua cupezza.

La ragazzina ed il soldato vagano per una città distrutta che ricorda il ghetto di Varsavia in chiave gotica ma non solo, infatti a tratti si inseriscono stili differenti dal steampunk fino al surrealismo: pensiamo ai pescatori ripresiin silhouette che cacciano dei pesci gigantechi o meglio le loro ombre che si aggirano sui cieli della città.

Interessante anche la regia,  a tratti  minimalista caratterizzata da macchina fissa oppure lenti movimenti, il tutto alternato da veri e propri virtuosismi pregni di significato; pensiamo al finale in cui la ragazzina si getta in acqua e negli istanti precedenti all'impatto si può vedere il suo riflesso -nell'acqua-, in realtà non è lei ma ciò che potrebbe o sarebbe diventata da grande, un qualcosa del genere verrà riproposto in futuro da Oshhi; immagini che alludono ad una sorta di rinascita/mutazione (tematica cardine per il regista).

 

In precedenza ho sottolineato come il film presenti alcuni stilemi tipici del regista come :

- Tecnologia militare, qui ci troveremo di fronte dei carri armati molto particolari che sembrerebbero essere antropomorfi

- importanza del soggetto femminile, la protagonista è una bambina

- musica solenne tendente al lucubre

- simbolismo religioso (qui presente alla massima potenza)

- velata critica al sistema militare/guerra

- tema della solitudine

- riflessioni filosofiche sul concetto di realtà, pensiamo ad uno dei pochi dialoghi tra il soldato e la ragazzina, in cui il giovane dice:

 

   «Forse io e te esistiamo solo nel ricordo di una persona che non c'è più. Forse nessuno esiste e fuori c'è solo pioggia...»

 

 

Capoalvoro assoluto sfortunatamente sconosicuto nel nostro paese

 

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