Regia di Julio Medem vedi scheda film
Melodramma caratterizzato dal consueto tocco onirico del suo autore, da una straordinaria e carismatica prova recitativa di Penelope Cruz, ma anche da un'eccessiva ricerca della lacrima dello spettatore.
Dopo l'inguardabile (o meglio: guardabilissimo grazie alle due gnoccone protagoniste, ma inutile a livello cinematografico) “Habitacion en Roma”, Julio Medem torna al suo cinema più onirico, mettendolo per l'occasione al servizio di un melodramma firmato Penelope Cruz. L'attrice madrilegna produce, interpreta e -tirando le somme- tiene in piedi con il suo carisma un'opera altrimenti claudicante che punta troppo, troppo spesso alla lacrima dello spettatore senza essere poi in grado di far sfociare il tutto in un mèlo di categoria. La verosimiglianza, anche solo una minima parvenza di verosimiglianza, va qui costantemente a farsi benedire, e in questo Medem è sfortunatamente maestro, in particolar modo nella seconda parte della pellicola. Restano, oltre alla già citata straordinaria performance della Cruz e ad alcuni dettagli di classe (penso allo zapping che porta dalla notizia dell'economia spagnola in crisi profonda, con disoccupazione al 27% a, un nano-secondo più tardi, la finale dell'Europeo di calcio e la mega festa per la vittoria. Come a dire: “finché si vince al pallone...”), una fotografia abbacinante che aiuta non poco a creare quel tono da 'dramma felice' e lo stupendo accompagnamento musicale firmato dal celebre compositore Alberto Iglesias.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta