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Selma - La strada per la libertà

Regia di Ava DuVernay vedi scheda film

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La recensione su Selma - La strada per la libertà

di mc 5
10 stelle

Ci sono film che paiono fatti apposta per attirare le candidature agli Oscar e solitamente si tratta di pellicole di impianto assai tradizionale e con tutto un ambaradàn (termine tecnico?) da "filmoni". Poi ovvio che ci sono le diversificazioni anche in questo ambito, del tipo che "Imitation Game" è un film appassionante mentre "Unbroken" è il capriccio personale di una regista che non avrebbe mai dovuto fare la regista. E in tutto questo cosa c'entra "Selma"? C'entra per la sfortuna (ma sarà poi solo sfortuna? meglio non indagare su certi meccanismi dell'Academy e della sua giuria che attribuisce le prestigiose candidature) che ha colpito questa bellissima pellicola che, alla fine, ha rimediato due sole nomination (miglior film e miglior canzone) mentre a detta di molti avrebbe meritato molto di più. E c'è chi "suggerisce" che riempire di candidature un film "all black" come questo sarebbe stato troppo "avanti" e gli Oscar restano pur sempre qualcosa di tutto sommato tradizionale. Certo, sulla piazza c'erano film migliori da mettere in lizza, ma sarebbe stato molto (ma molto!) significativo premiare una pellicola così "importante" sul piano, storico, politico e sociale. Il film è un biopic del grandissimo Martin Luther King, apostolo conclamato della non violenza, eroe della conquista dei diritti civili del popolo afroamericano. O, per meglio dire, la ricostruzione biografica di un circoscritto periodo della vita di King, un periodo cruciale perchè popolato di scontri e di polemiche, di lotte durissime e di feroci repressioni poliziesche, che non furono vane in quanto portarono alla conquista fondamentale del diritto di voto ai neri americani. Le vicende narrate (tutte basate su precisa documentazione) appassionano lo spettatore e lo coinvolgono rendendolo consapevole e partecipe di questa faticosa e strenua battaglia per la libertà. Ovvio che il film si snoda secondo un impianto classico, come si conviene ad un "drammone" popolare ma non cede mai a piacionerie o a ruffianate, mantenendo anzi un livello qualitativo più che dignitoso. E -attenzione- non è quel santino agiografico che sarebbe stato lecito aspettarsi. No, perchè ci vengono mostrati aspetti che non possono non sorprendere. Intanto l'atteggiamento a tratti assai incerto da parte dello stesso King su come muoversi nell'amministrare il malessere dei suoi "fratelli". Ma soprattutto è la figura di Lyndon Johnson il celebre presidente a riservare lati inediti. Sì perchè il vero reazionario fascista e razzista a livelli spregevoli è il senatore repubblicano George Wallace, mentre Johnson appare come amareggiato nel dover prendere decisioni delle quali non si sente all'altezza, in altri termini è più che altro seccato dalle grane che lo perseguitano (senza per questo essere, sia chiaro, un gran difensore dei diritti civili). Poi ci viene mostrato qualche siparietto amoroso-famigliare tra King e la bella moglie, ma il tutto senza melensaggini da filmone, sempre con garbo e misura. Ma le sequenze più appassionanti, quelle emotivamente più intense, sono quelle delle marce popolari indette dai comitati, poi le tristissime scene in cui l'odio razziale si scatena brutale sui corpi dei manifestanti. Segnalazioni particolari: in veste di co-produttori troviamo Brad Pitt e la celebre conduttrice americana Oprah Winfrey (che appare anche in un piccolo ruolo), Quanto al cast, è veramente di prim'ordine. Il protagonista, David Oyelowo, è superbo e questo film ne decreta lo stato di nuova stella afroamericana del cinema USA. Trattasi di magnifico interprete, attentissimo alle minime sfumature espressive, Poi c'è tutta una parata infinita di star, alcune delle quali in ruoli importanti e altre come illustri cammei. Tim Roth bravissimo e ispirato nei panni di un Wallace odiosissimo. Tom Wilkinson strepitoso nelle vesti del presidente Johnson. Inoltre un inconsuetamente sobrio Giovanni Ribisi. Rapide apparizioni per Cuba Gooding Jr e per il grandioso Martin Sheen. Mi piace poi segnalare Carmen Ejogo (Coretta King) la cui bellezza mi ha stregato il cuore e infine il famoso rapper Common che peraltro appare assieme a John Legend nel brano della colonna sonora che ha avuto la nomination agli Oscar. E mi accorgo, proprio in chiusura, di aver colpevolmente omesso il nome della brava regista, Ava Du Vernay, che proviene dal cinema indipendente. A lei tutta la mia solidarietà per l'esclusione dalla nomination nella categoria registi. Se la meritava tutta.
PS: Una colonna sonora da sogno. Con: John Legend, Common, Duane Eddy, Martha Bass, Sarah Vaughan, Yusef Lateef, The Staple Singers, Odetta, Otis Redding, Impressions, Soul Stirrers, Mc Coy Tyner.

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