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Tamburi lontani

Regia di Raoul Walsh vedi scheda film

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La recensione su Tamburi lontani

di FABIO1971
8 stelle

"Non si può vivere sempre per vendicarsi, non si può nutrire un odio per sempre".
[Gary Cooper a Mari Aldon]

Florida, 1840: gli uomini del capitano Quincy Wyatt (Gary Cooper), "soldato, vagabondo, gentiluomo e selvaggio", combattono contro gli indiani Seminole. Narrata dalla voce fuori campo del tenente di vascello Tufts (Richard Webb), la missione di Wyatt consiste nel distruggere un forte divenuto covo dei contrabbandieri spagnoli che riforniscono di armi gli indiani. Espugnato il forte, però, gli uomini di Wyatt vengono avvistati dai Seminole, contro i quali ha inizio una disperata lotta senza quartiere nelle paludi, infestate da serpenti e coccodrilli e con l'avamposto militare più vicino distante 200 miglia. Scritto dal grande Niven Busch (Anime ferite, Duello al sole e Le furie tra i suoi romanzi prestati al grande schermo e L'uomo del West, Il postino suona sempre due volte e Notte senza fine tra le sue sceneggiature), autore anche del soggetto, insieme a Martin Rackin (La città è salva, Soldati a cavallo Pugni, pupe e pepite tra i suoi script), teso ed incalzante nell'incedere poderoso dell'avventura, immerso suggestivamente nello splendore dei lussureggianti esterni naturali delle Everglades, esaltati dal magnifico Technicolor di Sidney Hickox, e sorretto dalla superba interpretazione di Gary Cooper, che dona al suo capitano Wyatt sfumature eroiche e dolenti nel suo dibattersi tra i fantasmi del passato e i drammi del presente, Tamburi lontani costituisce un avvincente ed affascinante compendio stilistico del cinema di Raoul Walsh, un epico e sfrenato tripudio di guerriglia, agguati ed imboscate in una natura selvaggia ed incontaminata che Walsh (a cui si può imputare esclusivamente la consueta stereotipizzazione operata dall'industria hollywoodiana nella rappresentazione dei nativi americani) impreziosisce con sequenze di magistrale raffinatezza e virtuosismo (l'arrivo nel cimitero indiano, l'assalto notturno dei Seminole, il duello finale sott'acqua). Il cinema di Walter Hill (ma anche, ad esempio, il Boorman di Un tranquillo weekend di paura), con la sapiente costruzione della tensione, l'implacabile perfezione dei meccanismi narrativi e lo stoico eroismo dei suoi personaggi, gli dovrà moltissimo.

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