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Torment

Regia di Jordan Barker vedi scheda film

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La recensione su Torment

di undying
3 stelle

Modesto e fiacco horror canadese privo di identità di genere (al tempo stesso è un home invasion, uno slasher, un redneck movie e soprattutto un dramma), girato in maniera meno che convenzionale.

 

locandina

Torment (2013): locandina

 

Cory (Robin Dunne) decide di trasferirsi a vivere in una baita di proprietà, immersa nel verde e nel silenzio della campagna. Una scelta dettata dalla necessità di avvicinare il piccolo figlio Liam (Peter DaCunha) alla sua seconda moglie Sarah (Katharine Isabelle). Purtroppo le buone intenzioni si scontrano con diversi ostacoli: in primo luogo qualcuno ha messo a soqquadro la casa, avendola frequentata durante la sua assenza; quindi Liam, tormentato dai ricordi della madre, evocati da ogni oggetto interno alla baita, si accanisce con maggior vigore contro la matrigna. Ma il problema maggiore è dato dalla presenza, nell'area, di una famiglia sanguinaria composta da elementi che indossano maschere d'animale per nascondere la deformità dei loro volti.

 

Robin Dunne, Katharine Isabelle

Torment (2013): Robin Dunne, Katharine Isabelle

 

Gli sceneggiatori Thomas Pound e Michael Foster non hanno dubbi: in un horror conviene abbondare, rifacendosi a ormai datati cliché che vanno dall'auto che non parte alla commistione di generi. Così il titolo Torment - strategicamente utilizzato a fini di marketing, con la prospettiva di richiamare l'attenzione del pubblico che aveva reso popolare l'ormai saturo filone torture porn alla Hostel (Eli Roth, 2005), esaltato da alcuni opere estreme francesi - viene utilizzato quanto meno a sproposito, non essendo presente nel film alcuna esplicita scena di violenza. In compenso vengono trattate con molta superficialità diverse tematiche di genere (home invasion, redneck movie, slasher), mai adeguatamente approfondite. Così come non vengono mai date spiegazione sulle motivazioni che muovono in maniera aggressiva, contro gli innocui cittadini, l'intera famiglia rurale che è, ovviamente, una diretta discendente di Latherface & C. Aggiungere in stile copia/incolla scene su scene in formato Venerdì 13 parte 11 non aiuta a rendere più interessante il racconto. A dirigere, ci si mette Jordan Barker, già "esperto" di horror e thriller addomesticati e addolciti per il piccolo schermo, avendo in curriculum i dimenticati My Brother's Keeper (2004), Il segreto di Claire (2006) e Duress (2009). Qui siamo addirittura sotto quei livelli, essendo latitante la tensione, assente la rappresentazione dei delitti (perlomeno esposta in maniera indolore e poco spettacolare), mentre Barker si trova ad approfondire il rapporto di una coppia involontariamente allargata, rappresentata da un giovane marito, con prole, che allo stato di vedovanza preferisce unirsi in seconde nozze, attratto dalle grazie di una formosa fanciulla. Ma attenzione: se il livello gore e splatter è pari a zero, anche sul versante erotico regna la calma più piatta. Interessa assistere, pur se solo per ottanta minuti, ai soliti contrasti familiari (da un lato espressi da una coppia civile, dall'altro da rudi e goffi campagnoli)? Allora Torment è il film adatto. Altrimenti il titolo anticipa quello che per quasi un'ora e mezza spetta a chi, magari pensando di vedere un film vivace e di genere, si azzardasse a prenderne visione. Nel 2019 Jordan Barker, alternando la sua attività con quella d'attore, torna dietro la macchina da presa filmando Witches in the Woods. Questo lòffio Torment non è assolutamente da confondere con l'omonimo lavoro diretto da Adam Ford nel 2017, un low budget (ma molto più inquietante e d'effetto) basato sulla figura di John Wayne Gacy, il "Killer Clown" omosessuale che, tra il 1972 e il 1978, ha sodomizzato, torturato e ucciso 33 adolescenti, tutti rigorosamente di sesso maschile.

 

scena

Torment (2013): scena

 

"Aristotele con molto senno incomincia dall'insegnar quello che spetta al buono stato della famiglia, perché della comunanza umana l'individuo compiuto non è lo scapolo, ma l'ammogliato con prole o vogliam dire la famiglia, rimossa la quale, come fu scritto nell'aforismo XIV, non rimane intermezzo alcuno che tempri l'amor proprio e la fiera e violenta natura nostra."

(Terenzio Mamiani)

 

Trailer

 

F.P. 19/08/2023 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 79'58")

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