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Il commissario Zagaria

Regia di Antonello Grimaldi vedi scheda film

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La recensione su Il commissario Zagaria

di mm40
2 stelle

La scomparsa di una ragazza innesca un’indagine che vede il simpatico commissario Zagaria, a un passo dalla pensione, scoperchiare una guerra intestina di malavita fra delinquenti locali salentini e ‘famiglie’ calabresi.

Lino Banfi contro la ‘ndrangheta sarebbe stato un titolo più accattivante per questa modestissima fiction tv targata Mediaset, ma naturalmente la strizzatina d’occhio al passato – al film di Mario Forges Davanzati Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia (1973) – era necessaria per convincere il popolare attore pugliese a interpretare nuovamente un ruolo ‘vecchio stile’, cioè da sgangherata macchietta sopra le righe. A rincarare la dose (a peggiorare il paragone inevitabile e impietoso con i bei tempi andati, insomma) compare qui anche Sandro Ghiani con un personaggio dallo stesso nome di quello a lui affidato in Fracchia la belva umana (Neri Parenti, 1981), ovverosia De Simone. Problemi essenziali dell’operazione: il Banfi del 2011, 75enne, non è più il Banfi di trenta-quarant’anni prima; non è perennemente allupato, non è sboccato, non è iracondo: insomma, non ha più le caratteristiche, i punti di forza per cui risultava esilarante nelle vecchie pellicole. Secondariamente la confezione per il piccolo schermo – ivi inclusa anche la durata smodata, duecento minuti suddivisi in due puntate da trasmettere in altrettante prime serate – penalizza per forza di cose il lavoro, trasformando una promessa di rimpatriata in una mediocre festicciola autocommemorativa. La sceneggiatura di Edoardo Bechis, Leopoldo Pescatore e Piero Bodrato, da un’idea di Pescatore e di Banfi stesso, è di una piattezza e di una prevedibilità eccezionali; in particolare risulta disturbante la costante ricerca di freddure e giochetti di parole terra terra, fin troppo perfino per strappare una risatina a denti stretti. Altri elementi nel cast: Rosanna Banfi, Marco Bocci, Ana Caterina Morariu, Isabelle Adriani, Antonio Stornaiolo, Manrico Gammarota, Luigi Petrucci. Alla regia c’è Antonello Grimaldi, già autore di qualche titolo cinematografico interessante negli anni Novanta (Il cielo è sempre più blu, 1996; Asini, 1999) e in seguito dedicatosi quasi esclusivamente al piccolo schermo. 2/10.

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