Regia di David Cronenberg vedi scheda film
"Sai cos'è l'inferno? Un mondo senza narcotici."
Ammetto che alla prima visione non mi aveva convinto del tutto l'ultima fatica di Cronenberg, e neanche alla seconda. Questa è un'opera da vedere più e più volte e assimilare lentamente, solo così si può percepire il genio che vi sta dietro e i suoi molteplici messaggi. Una pellicola poetica, glaciale e allo stesso tempo grezza e triviale nella sua dichiarazione di intenti. L'intento del regista è chiaramente quello di mostrarci il mondo del cinema holliwoodiano odierno, e in termini che sono tutto fuorchè lusinghieri: un mondo perverso, attaccato morbosamente all'apparenza e al successo, popolato da attori falliti e ragazzini tossici e viziati, che giudica ragazze di 21 anni come vecchie e da menopausa.
Cronenberg con questo film chiude la sua carriera cinematografica mandando letteralmente affanculo Hollywood e sbattendo la porta uscendo. E lasciandoci un film a dir poco grandioso, sfacciato, disturbante e che se ne frega di piacere tutti. Un po' come aveva già fatto col precedente "Cosmopolis" (anch'esso un filmone). Un film che non cerca nè l'intrattenimento nè l'approvazione di chi guarda, ma che sembra voler essere una catarsi priva di filtri dell'autore stesso.
Epocale.
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