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The Hand of Death

Regia di John Woo vedi scheda film

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La recensione su The Hand of Death

di braddock
8 stelle

Una delle prime pellicole di John Woo, quando ancora si firmava col nome di Wu Yu Sheng, dove si vedono molti attori sconosciuti che sarebbero diventati presto famosissimi negli anni successivi. La storia si svolge nell'epoca dell'invasione manciuriana, e vede l'imperatore della dimastia Qing organizzare un violento attacco contro il tempio degli Shaolin accusati di complottare con la ribellione. La spedizione punitiva riesce grazie a Shih Feng (James Tien) un adepto dei monaci Shaolin che ha tradito passando dalla parte dell'imperatore. Per vendicarsi di Shih, il comandante del tempio manda il discepolo Yun Fei (Tao liang-Tan) sulle sue tracce. Costui viene però battuto da Shis, abilissimo guerriero, riuscendo comunque a sopravvivere. Mentre si sottopone ad estenuanti allenamenti, Yun trova l'aiuto del boscaiolo Tan Feng (Jackie Chan) e di un famoso spadaccino scomparso da tempo (Wei Yang). I due hanno infatti entrambi un forte astio verso Shih: il primo per l'omicidio del fratello maggiore e il secondo per quello della fidanzata. Il trio organizza così una spedizione per uccidere il traditore, ma l'obiettivo è assai arduo anche perchè Shih gode di otto guardie del corpo da lui stesso addestrate. Curioso titolo di arti marziali, realizzato dieci anni prima che il regista consacrasse il suo successo con A BETTER TOMORROW. La trama tratta è risaputissima nei film del genere di quel periodo e quindi per nulla originale, ma il risultato è ugualmente riuscito e interessante per il publbico degli appasisonati. Il ritmo si mostra sempre elevato, con ottime sequenze di combatti sia marziali che ad armi bianche e discrete scenografie paesaggistiche di contorno. Da segnalare lo scontro del finale tra Tao Tan e James Tien, soprattutto quest'ultimo usufruiva di uno stile veramente elegante nelle scene d'azione. Si riconoscono inoltre diversi futuri divi come Jackie Chan, Sammo Hung, Yuen Biao... anche se però qui non hanno i ruoli principali. Nel complesso è un film con una struttura uguale a innumerevoli altri, ma girato con una cura superiore alla media. Viene quindi quasi eguagliato il risultato del successivo HURRAH FOR CHIVALRY, forse più innovativo nei temi narrati e nel rappresentare le caratterisctiche dei personaggi. Ovviamente il suo meglio il regista lo ha dato coi titoli d'azione basati su sparatorie ipercinetiche dal 1986 in poi, ma anche i primi film di arti marziali mostrano un potenziale non indifferente      

Su Jackie Chan

Ruolo ancora marginale ma spiccava già rispetto agli altri interpreti 

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