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Noah

Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Noah

di DeathCross
7 stelle

Particolare rivisitazione in chiave kolossal-'autoriale' del celeberrimo mito biblico.

 

Un progetto ambizioso, dunque, forse anche troppo: infatti, è evidente che, quali che fossero le intenzioni dell'autore, il prodotto finale non può assolutamente essere definito riuscito. I difetti sono evidenti, a partire dalle trovate ai limiti del kitsch involontario (presenti anche in "The Founain", altro progetto aronofkyano ambizioso e assai poco riuscito), come gli angeli caduti di roccia, che copiano lo stile di combattimento degli Ent e per di più implodono sparando razzi di luce nel cielo, e le reliquie fosforescenti capaci di dare luce nell'oscura arca. Anche nella sceneggiatura troviamo momenti quasi imbarazzanti: "il Creatore" ripetuto migliaia di volte, discorsi retorici sviluppati ingenuamente, etc. Il difetto, però, più fastidioso è, a parer mio, la pretenziosità che traspare durante la visione: Aronofsky crede di avere la Verità in tasca, e probabilmente si sente già un Maestro del Cinema (ma su questo punto è smentito anche dalle diverse scene d'azione e d'inseguimenti ripresi in modo confuso e traballante).

 

Ciò nonostante, il film risulta assai gradevole ed interessante a vedersi: il nostro caro Darren ha alcune trovate registiche interessanti, in particolare nelle scene oniriche e nella scena del racconto della creazione, con la sequenza dell'Evoluzione accelerata fino al parossismo, il frutto di Eva e Adamo rappresentato come un cuore palpitante e l'uccisione di Abele ripetuta simbolicamente con tutte le uccisioni future. Altre scene memorabili sono la nascita della foresta da cui sorgerà l'Arca (anche questa sequenza è velocizzata), l'inizio del Diluvio (con annessa morte di Matusalemme) e il dialogo in controluce tra Noè e sua moglie.

I personaggi, pur non brillando per introspezione, riescono a non essere completamente manichei: Noè è un patriarca dogmatico e perciò ottuso, interessato più alla sopravvivenza degli animali che a quella umana, quasi insensibile alla Pietà; Tubal-cain è crudele e distruttivo ma quando parla di sentimenti umani non ha tutti i torti. Ideologicamente, Aronofsky dice cose piuttosto buone (anche se in modo un po' troppo esplicito e retorico): la necessità di salvaguardare il Pianeta e gli animali (l'autore è vegano); l'importanza di sviluppare una sensibilità creatrice e non distruttrice; la valutazione più che positiva della Donna, fonte di Vita e perciò capace di vedere l'Amore come il Vero valore dell'Umanità (mentre l'uomo crede troppo a minchiate come il dovere); traspare anche, seppure molto velatamente, una concezione Anarchica della socialità (non serve un re). Insomma, anche solo per le intenzioni il film non è poi da buttare.

Per quanto riguarda il cast, a parte qualche elemento insalvabile (il ragazzotto che interpreta Sem), il livello è piuttosto buono: Jennifer Connelly è magnificamente espressiva come sempre, Emma Watson (eroina della mia preadolescenza) si conferma una delle attrici più promettenti della sua generazione (e la scena del parto è quasi poetica), Anthony Hopkins è magnifico come Matusalemme (sembra quasi tornato grintoso come un tempo, a dispetto del ruolo), Ray Winstone resta un grandissimo caratterista, Logan Lerman se la cava. Persino Russell Crowe riesce ad essere meno irritante e tronfio del solito, e il suo Noah convince tutto sommato lo/a spettatore/rice (anche se l'evoluzione psicologica è sottolineata più dai cambiamenti nel taglio di capelli che per l'attore, ma non fa niente).

Per il resto, la scenografia è magnifica, la colonna sonora, forse un po' troppo pomposa, riesce ad essere comunque epica, la fotografia funziona e gioca bene con le luci e le ombre, gli effetti digitali (con i quali sono costruiti praticamente tutti gli animali) sono buoni. 

Parlando del finale, non brilla per originalità ma è decisamente in linea col resto del film: pecca per buonismo, ma propone spunti interessanti (Noè ubriaco, Cam che se ne va).

 

Per concludere, questo "Noah" non è sicuramente uno dei film più riusciti dell'anno, ma resta comunque un prodotto più che discreto e interessante, oltre a essere in ogni caso preferibile alla maggior parte dei cinecomics decerebrati e super-americanisti che tanto piacciono ai nerd e al pubblico (purtroppo).

 

Voto: 6

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