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Prince Avalanche

Regia di David Gordon Green vedi scheda film

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La recensione su Prince Avalanche

di alan smithee
6 stelle

TFF 2013 - FESTA MOBILE
La fresca (in molti sensi, ed accezione non ultimo anche legata al paese di provenienza ed ambientazione del fim) ed emotivamente convincente sceneggiatura del piccolo film islandese Either way, vincitore neanche trppo a sorpresa qui a Torino due anni orsono, viene ripresa dagli americani che in poco tempo ne sfornano un non banale remake. Non deve essere stato facile trovare una ambientazione che potesse sostituire degnamente gli spazi desolati e deserti di un Islanda seducente anche quando non produce spettacoli naturali dirompenti. La scelta di ambientare una vicenda intima e personale - che si sintetizza con la solitudine di due uomini in cerca di conferme dopo due differenti delusioni amorose - in una zona boschiva semi distrutta da un devastante incendio, conferisce al film quella marcia in più che rende accettabile affrontare il rifacimento senza poter parlare o anche solo pensare ad una fotocopia appannata.
Un trentacinquenne ed un ventenne lavorano da giorni alla ristrutturazione della segnaletica stradale lungo un tratto di strada che cinge una macchia boschiva devastata di recente da un incendio. Un lavoro metodico e lungo che richiede loro di procedere a tappe, soggiornando in una tenda che ogni giorno i due spostano lungo il percorso che li accompagna alla fine dei lavori. Scopriamo che i due uomini sono accomunati tra loro da una donna, figura che non vedremo mai, ma che capiremo trattarsi della sorella del più giovane, nonché nuova compagna del più grande. Impareremo pure che è stato quest'ultimo a far assumere il ragazzo, su richiesta della sorella e per toglierlo da una situazione di disoccupazione che avrebbe pregiudicato il suo già bizzarro e fragile stato psicologico. Tra i due si innesca un discreto rapporto di collaborazione e, se non proprio di amicizia, almeno di rispetto e tolleranza. Almeno sino a quando piccole e grandi delusioni non cercheranno di essere egoisticamente superate ai danni dell'altro convivente. David Gordon Green - sin eccessivamente strombazzato regista sulla bocca di molti, che tuttavia abbiamo apprezzato di recente a Venezia con il toccante "Joe", meritevole almeno di averci restituito, dopo anni di mediocrità, un Nicholas Cage ad un passo dalla grandezza interpretativa - trova nei due validi interpreti Paul Rudd e Emile Hirch la giusta soluzione per rendere poetica e struggente la solitudine di due esseri umani che la società intende tenere alla lontana da successo e soddisfazione. E ci sono poche cose che suscitano più tenerezza che due anime candide e semplici che, dopo lunghe incomprensioni, comprendono che la solidarietà e la collaborazione reciproca possono salvarli e preservarli da scelte frettolose ed avventate. In un clima quasi surreale contornato di rami anneriti da una morte che ha carbonizzato ed incenerito quasi ogni forma di vita, soccombendo tuttavia alla forza ricostruttrice di una natura che non si arrende e torna a farsi strada, Prince Avalanche punta sull'intimità tra due anime combattute e tutt'altro che inespugnabili, e sulla magia di una figura di contorno rappresentata da un provvidenziale e bizzarro anziano camionista che saprà far ritrovare ai due lo spirito di tolleranza che permetterà loro di superare le rispettive cocenti delusioni e/o preoccupazioni e responsabilità.

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