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Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet

Regia di Jean-Pierre Jeunet vedi scheda film

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La recensione su Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet

di freemind
8 stelle

Jean Pierre Jeunet si conferma - per il sottoscritto - un regista di talento. Creatività, senso dell'umorismo e sensibilità. Un viaggio empatico dentro, e in compagnia di, un bimbo geniale.

Dato che sono in fase "Jean Pierre Jeunet", ho pensato di esprimere il mio pensiero anche su questa pellicola. L'ho rivista giusto ieri, dopo una prima visione poco attenta, anni fa, a causa della contemporanea necessità di badare a mio figlio unenne. 

Il marchio di fabbrica JPJ è presente anche qui. E per il sottoscritto è un piacere. In tale marchio rientrano, per citarne solo alcuni, tecniche di regia e montaggio, sceneggiatura, scelta dei filtri delle 'cineprese', digressioni biografiche per immagini inerenti ai personaggi, senso dell'umorismo (spesso sottile), inestinguibile e sorprendente creatività nei dettagli (spesso rinvenibile solo mediante visione concentrata).

Quanto alla trama: nonostante i miei quarantaquattro anni, mi è stato facile calarmi nei panni di TS Spivet, entrare in empatia col suo sentire, vivere con lui, dentro di lui, la sua avventura verso Washington DC. Ho trovato anche piuttosto riuscita la rappresentazione della personalità di ciascun membro della sua famiglia e del sistema di relazioni che in quel mondo chiuso, quasi piegato su se stesso, si è instaurato. Riuscita anche, a mio avviso, la rappresentazione di come due gemelli, ma ciò vale anche per 'meri' fratelli, possano crescere con inclinazioni così diverse. Nella specie, mentre in TS pare che siano stati i geni materni (dell'ottima Helena Bonham Carter; Dr. Clair nel film) ad avere la meglio, in Layton hanno prevalso quelli del padre, cowboy inveterato (nel fisico e nell'anima, come dice TS). 

Mi pare poi che, a livello semantico, siano toccati vari temi, in modo più o meno evidente e profondo. C'è la tragedia dell'incidente in seguito al quale Layton perde la sua giovane vita e le conseguenze psicologiche che ciò avrà sulla madre, sul padre e soprattutto su TS. C'è il tema del tempo: TS inventa una macchina a moto perpetuo (o quasi...), con richiamo al pendolo di Galeileo davanti al quale il protagonista, giunto allo Smithsonian  al termine del suo coraggioso viaggio, si arresta in contemplazione. E' altresì presente il tema della formazione della personalità del bambino il quale, ad esempio, nel caso di TS, si trova di fronte al bivio verità - bugia. Scegliere la verità, rischiando di precludersi la via al riconoscimento sociale, al successo scientifico, oppure la menzogna, per aumentare le chance di raggiungere tali obiettivi? 

Vorrei sottolineare come, a mio parere, il film, lungi dal voler rappresentare una storia avente tutti i caratteri di una realtà verosimile, si muova sui binari di una realtà in qualche modo fantastatica, amplificata. Pertanto, la pellicola, potrebbe deludere i realisti straight edge. 

In conclusione, un bel viaggio, una conferma del - a mio avviso e per mio gusto - talento di J. P. Jeunet e della sua équipe di collaboratori e, in parte, attori. 

 

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