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Tutti contro tutti

Regia di Rolando Ravello vedi scheda film

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La recensione su Tutti contro tutti

di zombi
6 stelle

il film di rovello mi è piaciuto perchè è intriso di quella sana mediocrità che credo distingua infine l'italiano medio, tra cui io in primis-e. forse pecco di arroganza nel farmi portabandiera di una virtù non proprio da sfoggiare per le occasioni importanti, ma credo che alla fine m(c)i rappresenti bene. una sana mediocre, e media, dose di razzismo e intolleranza che si smorza non appena si riesce a toccare il letto e ovviamente si riesca pure a dormì. di quelle a cui danno fastidio la puzza di curry ad ogni ora del giorno e della notte(ammazza che budelli che c'hanno questi, AO'), di quelle che ti fanno maltollerare e guardare di sbieco i nomadi e i loro campi. di quelle che a volte ti fanno preferire il terrone perchè comunque è meglio dello straniero. l'occupatore di appartamenti occupati, c'ha "n'accento del sud, napoletano e comunque strano". ogni tanto riesce a mettere una punturetta di vera italianità che non guasta in una sorta di nuova commedia all'italiana che deve farsi le ossa per poter uscì e soppiantare certa "comicità" triviale tutta rutti e scuregge. ci stanno i de sica e i boldi, ma deve starci anche dell'altro, così famo contenti tutti. ravello, che mi è sempre piaciuto, rappresenta la classe che fa fatica ad arrivare alla fine del mese, ma ancora(ancora?!?!) ce la fa. la questione casa occupata da un altro nucleo familiare, sarà solo una degenerazione italica o apparterrà al dna anche di altre culture, latitudini? casa è un concetto che appartiene a tutti. è un bisogno e/o un problema universale. ne sanno qualcosa quelli che vivono in città fatte da bidonville. non siamo più fatti per vivere in grotte o su un ramo imbottito di foglie. 4 mura e un tetto non ci bastano più. abbiamo bisogno anche di un pavimento e di almeno il dobbio delle mura. ma quando queste ti vengono sottratte da qualcun'altro e puoi fare poco o nulla per riappropriartene cosa succede? l'identità va a farsi friggere. ho apprezzato lo sforzo di ravello e bruno nel cercare di costruire un film che fosse un pò un ritratto del grottesco che si vive, non buttandola in caciara, ma indagando una via malincomica che non è ovviamente nuova, ma che deve ingranare e farsi forse un pò più feroce e combattiva. gli strumenti ci sono a partire da una squadra di attori formidabile, con in testa il maestoso stefano altieri nelle vesti del nonno. c'è il pezzo di merda che è pezzo di merda e lo rimane(antonio gerardi). c'è il migliore amico di agostino che è il sempre bravo marco giallini al quale serve una casa più grande, c'è kasia smutniak che si difende bene nel tono leggero, ci sono i tre fumati che fanno macchietta e fanno la macchietta ma ci stanno bene e non ci fossero se ne sentirebbe la mancanza. e poi c'è il romano... l'accento, l'inflessione, l'idioma, la lingua quello che volete, ma c'è. e non è una cosa meno importante. che piaccia o meno, almeno per quanto mi riguarda, è un pò "la lingua d'italia". fin da piccolo, dai film di e con sordi e tutte le meravigliose commedie e drammi visti e rivisti, il romano mi ha accompagnato fino ad ora. e non è per ironia spicciola e cattiva che ogni tanto ci scappa un "maddeché" o un "famme sapé" è solo abitudine o "usanza" come direbbe la delia di pariggi o cara. insomma uno di quei film che non ci si rammarica di aver sostenuto al cinema.

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