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Bella addormentata

Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Bella addormentata

di laulilla
7 stelle

Un equivoco ha pesato sul successo del film forse perché la sua uscita nel 2012, quasi a ridosso del drammatico concludersi della vicenda di Eluana Englaro, aveva indotto molti spettatori a immaginare una riflessione sul fatto di cronaca, attraverso la sua ricostruzione per lo schermo.

 

Bellocchio, attraverso i documenti di allora (febbraio 2009), evoca quella vicenda terribile, e anche lo strumentale schierarsi del governo contro le decisioni dei magistrati, utilizzandola quale scenario di tre diverse storie che hanno solo qualche pallida somiglianza con quella di Eluana, ben più tragica.

 

Nel film, pertanto, si intrecciano tre racconti, nettamente diversi fra loro, che hanno in comune solo lo sfondo storico dell’Italia degli anni berlusconiani quando, sostenuti dal governo che stava per far approvare una legge ad hoc, in buona o in mala fede, alcuni cattolici fondamentalisti si mobilitarono per bloccare l’ambulanza che stava trasportando Eluana nel luogo dove avrebbe potuto morire in pace e dignitosamente, dopo 17 anni di vita vegetativa e di sofferenze inaudite.

La ricostruzione di questi fatti è precisa e accurata e suscita più di un’inquietudine: ragazzini indottrinati e fanatici che cercano visibilità attraverso la sceneggiata dell’acqua o anche usando strumentalmente povere creature handicappate che portano al collo la scritta Ammazzate anche noi: una delle pagine più cupe della nostra storia recente.


Uno dei protagonisti del film, il senatore di Forza Italia Uliano Beffardi (Toni Servillo) si trova in grave imbarazzo nei confronti del suo partito, sia perché ha mantenuto i principi laici del suo passato da socialista, sia perché aveva dolorosamente aiutato a morire sua moglie, che glielo aveva chiesto come atto d’amore estremo.

Questo episodio, pienamente convincente, non è solo il racconto della crisi di coscienza di una onesta persona, ma è anche la storia di un uomo tormentato dal dubbio, in mezzo a senatori furbacchioni, carrieristi, nonché a cinici e disillusi yes-men, pronti a votare come vuole il grande capo pur di assicurarsene i favori e i conseguenti vantaggi.

 

Questa gente, calpestata la propria dignità personale, sguazza nella palude dell’opportunismo come l’ippopotamo nell’acqua melmosa: la scena stupenda della sauna collettiva, mentre lo psichiatra (Roberto Herlitzka, bravissimo!) dispensa pillole e consigli sciagurati, mi è parsa una citazione dal Faust di Sokurov (il bagno nella grotta) molto opportuna e molto naturalmente inserita, perfetta metafora di una situazione di diabolica efferatezza, mascherata da indulgente saggezza.

 

 

 

 

 

Le altre due storie, a mio avviso, non mi sono parse altrettanto convincenti: non quella della Divina madre, in cui Isabelle Huppert (che peccato!), atea devota, trascura marito e figlio che hanno bisogno di lei, per occuparsi solo di Rosa, cadavere tenuto in vita da un respiratore artificiale; né quella della giovane drogata, che tenta più volte il suicidio, mentre il medico continua ostinatamente a soccorrerla impedendoglielo.

 

In entrambi i casi le ragioni dei laici vengono sostenute da persone socialmente poco accettate: l’egoista e la drogata, analogamente a quanto avviene nell’episodio, minore certamente, del giovane pazzo che lancia un bicchiere d’acqua contro il volto di Maria (Alba Rohrwacher), la figlia del senatore Uliano, fanaticamente convinta della necessità di “salvare” Eluana.

 

In conclusione, dunque, il film presenta alcuni aspetti non solo molto positivi, ma, direi, eccellenti, anche se nel complesso sembra risentire di un eccesso di prudenza del regista e lascia una sensazione, probabilmente ingiusta, di ambiguità un po' pasticciata.

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