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Lincoln

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lincoln

di ethan
6 stelle

Il progetto 'Lincoln' di Steven Spielberg parte da lontano e, precisamente, dal 2005, quando l'autore lesse il libro 'Team Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln' di Doris Kearns Goodwin e decise di trasporlo al cinema. Una prima stesura della sceneggiatura fu affidata a John Logan e Paul Webb ma quella definitiva venne scritta da Tony Kushner (sceneggiatore del pluripremiato 'Angels in America), mentre il ruolo del protagonista passò da Liam Neeson a Daniel Day-Lewis, scelto perchè più giovane dell'attore nord-irlandese.
Il film non è una biografia del 16esimo Presidente degli Stati Uniti bensì una ricostruzione degli ultimi mesi del suo mandato - interrottosi bruscamente e in maniera tragica con il suo assassinio il 15 aprile 1865 - e si concentra sugli sforzi, suoi e del suo gruppo di collaboratori, per ratificare il Tredicesimo Emendamento che sancì l'abolizione della schiavitù, mentre divampavano gli ultimi combattimenti della Guerra di Secessione, con i Confederati ormai al tracollo.
Contrariamente alla quasi totalità delle sue opere, 'Lincoln' è improntato sul dialogo e sulla parola, che viene usata come una vera e propria 'arma' per combattere, soggiogare e sconfiggere i rivali: questo fa si che il film, pur di pregevole fattura per fotografia (Janusz Kaminski) e ricostruzione storica, alla lunga tenda ad una certa verbosità, nonostante i dialoghi e gli avvenimenti narrati siano tutt'altro che noiosi.
E' la misura che è mancata in quest'opera colossale ma tutto sommato intimista, che indaga sui metodi, anche non del tutto ortodossi, usati dal Presidente per arrivare ad un fine così nobile.
La Guerra fa da sfondo, è accennata nella scena iniziale con i soldati in un combattimento all'arma bianca che si fronteggiano, nella seconda parte con l'esplorazione di un desolante campo di battaglia pieno di caduti e l'inquadratura di una fossa comune dove vengono gettati arti amputati di soldati.
Riuscito il ritratto del Presidente, che entra in scena inquadrato di schiena, mentre ascolta un soldato, con la mdp che allontanandosi, rivela la sua presenza: grazie alla sontuosa e mimetica prova di Daniel Day-Lewis, che cura molto la postura, i gesti e la camminata particolare; un'interpretazione la sua, a mio modo di vedere, diametralmente opposta a 'Il petroliere', in cui l'attore lavorò sull'eccesso e sul caricare molto il personaggio. Quasi di pari livello la caratterizzazione di Tommy Lee-Jones, che lascia anch'esso un segno memorabile: sebbene il suo minutaggio sia largamente inferiore, ruba la scena a tutti gli attori con cui condivide le sequenze; al contrario, la pur nominata Sally Field, forse ingabbiata in una parte a lei non congeniale, non mi ha convinto per nulla, l'ho trovata priva di alcun sussulto emotivo.
Nel complesso un'opera atipica nella filmografia di un regista che punta spesso alla magniloquenza della messa in scena e al ricorso alla retorica, come ad esempio, tanto per citare un film che si avvicina per genere, 'War Horse', qui evitata ma che rischia l'esito opposto, vale a dire una certa aridità di fondo.
Voto: 7.

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