Regia di Douglas Hickox vedi scheda film
Un critico teatrale, noto per la sua severità, viene trovato assassinato. Segue una seconda vittima, poi una terza: tutti irreprensibili critici di teatro. E i metodi degli omicidi ricordano celebri scene shakespeariane: alla polizia torna in mente il noto attore Edward Lionheart che, pochi mesi prima, si era suicidato proprio come atto di protesta nei confronti di quei critici che non lo capivano. E se fosse in realtà ancora vivo? Nel frattempo arriva il quarto omicidio...
Forse il limite principale del lavoro è che il meccanismo logico del serial killer viene svelato fin troppo presto, togliendo una buona parte della necessaria tensione alla storia: eppure anche così Oscar insanguinato rimane una visione divertente, piacevolissima, impreziosita soprattutto dalla performance eccezionale di un Vincent Price mattatore a tutto campo. Travestimenti, citazioni letterarie, duelli psicologici e non solo: l'attore americano trova qui maniera di sfoggiare tutte le sue capacità con un personaggio negativo, ma accattivante: l'assassino per una frivola, ma giusta causa che fin da subito entra nel cuore – e nelle simpatie – del pubblico. La sceneggiatura di Anthony Greville-Bell, che pure qualcosina deve al canovaccio de L'abominevole Dr- Phibes (1971), è la seconda ragione per cui Oscar insanguinato (Theater of blood il titolo originale) si fa apprezzare e ricordare: un congegno fantasioso alla massima potenza, caleidoscopico fino alla spettacolare implosione finale; note positive naturalmente vanno spese anche per la regia di Douglas Hickox e per gli altri interpreti, scelti con la dovuta cura: Arthur Lowe, Robert Coote, Harry Andrews, Diana Rigg, Jack Hawkins, Michael Hordern e Robert Morley sono i principali. 6,5/10.
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