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V/H/S

Regia di Adam Wingard, Glenn McQuaid, Radio Silence, David Bruckner, Joe Swanberg, Ti West vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su V/H/S

di alan smithee
6 stelle

TFF 2012 - RAPPORTO CONFIDENZIALE
L'ultimo film della prima giornata torinese completa, prevedeva per Alan e compagni la visione del film "Come out and Play" dell'anonimo regista russo che si nasconde sotto lo pseudonimo di Makinov. Tuttavia per motivi non precisati l'appuntamento salta proprio all'ultimo momento e ad Alan & C. non resta che infiltrarsi, di nascosto ed approfittando della ressa creatasi con quella defezione, alla proiezione dedicata alla stampa, nella saletta attigua, di un altro horror.
Questa volta la particolarità è che il film è diretto a piu' mani - tra cui ricordo il piu' noto tra i partecipanti, quel Ti West già noto dagli amanti del genere- da un gruppo di giovani registi Usa. Costoro insieme firmano e cuciono assieme un mockumentary per certi versi visto e rivisto, ma tuttavia rappezzato curiosamente e con un certo accattivante potere attrattivo, che consente all'insieme di formare un prodotto curioso, visivamente inquetante, sgradevole e disturbante da seguire anche per il modo in cui viene simulata la ripresa con il vecchio e ormai desueto formato "vhs" del titolo. 
Il prestesto per unire tanti piccoli film e' dato dall'episodio iniziale che vede coinvolta una banda di delinquenti a commettere un'effrazione, entrare in una  abitazione e cercare di sottrarre una videocassetta dal contenuto macabro ed imbarazzante. I problemi pero' sono almeno due: nella casa il gruppo trova un morto in poltrona, proprio vicino al materiale che interessa sottrarre; inoltre le videocassette sono numerose e agli intrusi non resta che visionarle tutte una per una, scoprendo che l'orrore nella società odierna forse non ha piu' confini nè risparmia più nessuno. Frammezzato dai molti episodi, tutti spesso davvero inquitanti, che compongono questo carosello di morte violenta e  sanguinaria da parte di killer, gente apparentemente comune o personaggi insoliti e poco umani, il film inquieta soprattutto per il realismo che manifesta grazie a riprese disturbate da interruzioni ed inquadrature che saltano come avveniva ai tempi dell'utilizzo di questi mezzi di ripresa e riversamento di immagini; ma turba anche per la naturale spietatezza che trapela da  immagini di morte che sembrano per davvero riprese di video amatoriali, e per questo motivo cosi' inquietantemente reali. Certo poi l'originalità del macrabo collage si scontra con una certa ripetitività di situazioni che scimmiottano talvolta altri celebri capostipiti del genere horror del passato, Blair Witch Project su tutti.

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