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Red Dawn - Alba rossa

Regia di Dan Bradley vedi scheda film

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La recensione su Red Dawn - Alba rossa

di marcopolo30
3 stelle

Remake di un film, “Alba rossa”, che nasceva nel clima di guerra fredda degli anni '80. E già così era una serie infinita di assurdità. Riproporre tale invasione degli USA da parte dei comunisti nel secolo XXI è un'idea che scade semplicemente nel ridicolo involontario.

Quando nel 2008 la Metro-Goldwin-Meyer annunciò il progetto del remake di “Alba rossa” di John Milius, la domanda che sorse spontanea fu: perché? I remakes hollywoodiani affondano le proprie radici in sole quattro tipologie di film, qui elencate in ordine decrescente di frequenza: 1) Titoli che furono enormi successi commerciali; 2) Titoli che sebbene ricevuti non particolarmente bene all'uscita nelle sale sono andati poi per qualche ragione assumendo lo status di cult; 3) Titoli di produzione straniera, poco noti in America ma ritenuti di potenziale grande appeal qualora interpretati da attori noti; 4) Titoli americani poco noti da riproporre con mezzi finanziari più congrui. “Alba rossa” non appartiene a nessuna di queste categorie: non fu un gran successo al Box Office, non è un cult, non è ovviamente di produzione straniera, né era un'opera riuscita male a causa di un budget microscopico. Non solo. Nel clima geopolitico del 1984 inventarsi un'invasione degli USA da parte dei comunisti poteva ancora starci (in realtà non poteva starci manco nel 1984, ma vabbè...), nel 2008, col comunismo ormai morto da vent'anni e ben tumulato sotto due metri di terra capitalista, diventa questa un'idea involontariamente comica. Problema: con Cubani e Nicaraguensi già eliminati al primo turno, chi ci invade questa volta? Soluzione: la Cina. E infatti il film venne scritto e girato (nel 2010) con l'esercito cinese che occupava l'America. Il problema è che quando tale notizia raggiunse Pechino, il governo cinese non prese affatto bene la cosa, e minacciò un boicotaggio del film. E siccome i calzoni di produttori e regista non erano ben allacciati, ecco che non gli venne difficile calarseli e andare quindi a cercarsi un nuovo sparring partner per il loro film. E trovarono la Corea del Nord. Già, non ci crederete ma è vero: il plot di questo film ruota attorno alla pienamente riuscita invasione degli USA da parte della Corea del Nord! È grottesco, lo so, ma è così. Nell'originale era una coalizione Cubano-Nicaraguense, scelta quindi non meno risibile, ma Paesi quanto meno prossimi in senso geografico. Tralasciando le assurde basi su cui poggia il tutto, il film di Dan Bradley (prima e ultima regia per lui) perde il confronto con l'originale in termini di realismo (e non era facile, credetemi), ma è quanto meno un bel vedere come cinema action, con scene di guerriglia ben ideate e realizzate. Il film andò malissimo al botteghino, incassando 50 milioni contro i 65 milioni di budget, anche perché la Cina, ricco mercato per giocattoloni di questo tipo, non distribuì il film sul proprio territorio nonostante la già menzionata leccatina di deretano ricevuta. E francamente viene solo da chiosare: ben gli sta.

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