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I nuovi barbari

Regia di Enzo G. Castellari vedi scheda film

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La recensione su I nuovi barbari

di giurista81
6 stelle

Secondo anello della trilogia post-atomica prodotta da Fabrizio De Angelis e diretta da Enzo G. Castellari, al secolo Enzo Girolami che si inserisce tra “1990 – I Guerrieri del Bronx” e “Fuga dal Bronx”. Rispetto ai due films ambientati nel Bronx in questa opera si assiste ad uno spettacolo in cui l’azione non si svolge in quartieri urbani fatiscenti, bensì in pieno deserto. Inoltre lo scoppio della bomba nucleare non è più suggerito, ma diviene esplicito.
La sceneggiatura, del duo Carpi-Castellari, è appena accennata e si riduce quasi ad una serie di sequenze action in cui un gruppo di teppisti (i Templar), votati ad eliminare l’uomo dalla faccia della terra, danno la caccia ad un loro ex-membro che si è ribellato al loro capo-santone. Il soggetto è una via di mezzo tra uno spaghetti western fantascientifico (si cita persino “Per un Pugno di Dollari” di Sergio Leone) con duelli e sparatorie (ovviamente al posto dei cavalli qui si hanno le moto e veicoli a quattro ruote truccati in modo da farli sembrare futuristici) e un cartoon anni ’80 con auto dotate di armi decisamente originali (missili, sorte di punte di trapano giganti, sportelli mobili, eliche e via dicendo) e personaggi con una caratterizzazione tipica da cartone animato di azione (come quelli che si vedevano una volta).
Il punto di forza che salva il film dall’insufficienza è dato dalla regia del bravissimo Castellari che nell’occasione da sfoggio del suo grande talento nel gestire le scene di azione (da questo punto di vista è stata sicuramente uno dei principali maestri del genere) con i suoi caratteristici ralenty e le curatissime esplosioni (davvero perfette). Non mancano “zampate” splatter, non particolarmente cruente però, con decapitazioni e con uomini sventrati dalle bombe.
Accettabili le interpretazioni con un sempre bravo George Eastman, al secolo Luigi Montefiori (autentica icona dei film di genere di casa nostra), e un convincente Fred Williamson, vecchia conoscenza dei nostri post-atomici (“1990 – I Guerrieri del Bronx”, “I Guerrieri dell’anno 2072”, “I Predatori dell’anno Omega”) e voluto da Quentin Tarantino come comparsa per “Dal Tramonto all’Alba”. Completano il cast il monoespressivo Giancarlo Prete, accreditato con il nome di Timothy Brent (“Fuga dal Bronx”, “Il Cittadino si Ribella”) cui viene affidato il ruolo del protagonista, il piccolo Giovanni Frezza (conosciuto per la sua partecipazione ad alcuni horror di Lucio Fulci come “Manhattan Baby” e “Quella villa accanto al cimitero”), Enio Girolami e le due attrici di “ornamento” Anna Kanakis (avrà un ruolo più importante in “2019 dopo la caduta di New York”) e Zora Kerova (conosciuta dagli amanti di B-Movies soprattutto per la sua terribile fine in “Cannibal Ferox” di Lenzi). Non male anche i costumi (in particolare quello di Fred Williamson) con i “cattivi” che indossano gli immancabili caschi integrali (aspetto caratteristico di diversi film del genere e ripreso anche dal recente “Equilibrium”).
Le scenografie (di Antonio Visone) non convincono minimamente essendo a dir tanto amatoriali. Di fatti sono quasi completamente costituite da spazi sterrati con pozzanghere in qua e in là senza la rappresentazione di alcuna struttura degradata. Non convince neppure la fotografia di Fausto Zuccoli che non si rivela sufficientemente brillante. Appropriata, senza però eccellere, la colonna sonora di Claudio Simonetti (ex leader dei Goblin, n.d.c.). In definitiva siamo davanti ad un film che non si segnala tra i migliori del genere, ma che piacerà sicuramente agli estimatori del regista e a coloro che cercano un po’ di azione anni ’80. Sufficiente. Voto: 6.5=

Su Enzo G. Castellari

Un maestro del cinema di azione nostrano.

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