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Frankenstein all'italiana

Regia di Armando Crispino vedi scheda film

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La recensione su Frankenstein all'italiana

di undying
5 stelle

L'ultima regia di Armando Crispino, per un film destinato alle sale, è una delle prime parodie horror italiane, sviluppate come deviazione della commedia sexy. Clamoroso flop al botteghino, seguito da disprezzamenti critici del tutto eccessivi. Frankenstein all'italiana è invece una simpatica rappresentazione grottesca, animata da un valido cast.

 

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Il dott. Frankenstein (Gianrico Tedeschi) rientra al castello di proprietà assieme alla fidanzata Janet (Jenny Tamburi), futura sposa destinata a celebrazione nuziale programmata per il giorno seguente. Celebrazione che viene interrotta da una creatura del dottore, frutto di un esperimento eseguito per dare vita a un essere composto con parti anatomiche di diversi cadaveri. Esperimento fallito, dato che la creatura finisce letteralmente in pezzi. Con il supporto dell'aiutante Igor (Ninetto Davoli) e dell'assistente Alice (Lorenza Guerrieri), Frankenstein tenta una nuova operazione, riuscendo ad animare un altro mostro (Aldo Maccione). A causa di uno scambio di cervello (al posto di quello di Pico della Mirandola, Igor ha procurato a Frankenstein quello di un maniaco sessuale), la creatura, particolarmente dotata a livello genitale, mostra d'essere significativamente attratta dal genere femminile. Alice, segretamente innamorata del dottore, approffitta di questa accentuata tendenza, arrivando a fare una poderosa iniezione ormonale al mostro per spingerlo ad accoppiarsi con Janet, al fine di scongiurare il matrimonio con Frankenstein.

 

"Ignorante, volgare! C'é una spiegazione scientifica: i cadaveri, a contatto con l'aria, liberano i gas compressi. Lo sanno anche i sordomuti..." 
(Frankenstein replica a Igor quando, in merito alla rianimazione del mostro testimoniata da un rumoroso peto, esclama: "È vivo... scureggia!")

 

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Frankenstein all'italiana: Jenny Tamburi e Aldo Maccione 

 

Bistrattata e sottovalutata commedia grottesca diretta con buon mestiere dal valido Armando Crispino, qui alla sua ultima regia per un lungometraggio, che può contare su un cast spassosissimo (oltre agli attori citati compaiono Alvaro Vitali - nella parte di un reverendo dalle folte sopracciglia - e Anna Mazzamauro). Stelvio Cipriani compone una colonna sonora di buon livello, forse più adatta a un horror vero e proprio, sfruttata purtroppo poco tempo. Il tenore della comicità è accostabile a quella messa in scena dal più prosaico e materico Nando Cicero, essendo nel film presenti caricature e macchiette umane al limite della mostruosità (la gobba mobile di Igor, l'orribile grassa prostituta che fa scoprire il sesso al mostro, Anna Mazzamauro con i suoi giochi sonori di bocca) e battute volgari, estremamente grezze (ma divertenti).

 

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Frankenstein all'italiana: Jenny Tamburi e Aldo Maccione 

 

Gli autori della sceneggiatura (Luisa Montagnana e Massimo Franciosa), inizialmente intitolata "Frankenstein diventa nonno", prendono chiaramente spunto dal quasi contemporaneo Frankenstein junior (1974) di Mel Brooks, lavorando per destrutturare e delegittimare ulteriormente il capolavoro di riferimento (Frankenstein di James Whale, 1931). Siamo cioè sostanzialmente di fronte a una parodia d'una parodia, di un film - con buona pace dei tantissimi estimatori - già in origine involontaria parodia: non mancano dunque momenti esilaranti, spesso provocati da uno strepitoso Aldo Maccione, truccato satiricamente a imitazione estrema del modello di riferimento interpretato da Karloff e durante i siparietti con Ninetto Davoli: ad esempio quando inizia a balbettare mentre viene imboccato a forza con cibo, facendosi comunque ben capire mandandolo "an'culo", o quando di fronte alla brillante e sensuale Jenny Tamburi esprime più volte in tono gutturale la parola incompleta "iga", alludendo ovviamente al sesso femminile. L'ambientazione gotica, ben ricostruita, stona con l'impianto ironico permettendo al regista di prendersi gioco di due capolavori del cinema americano (l'originale, ma pure quello di Brooks) e più in generale dell'horror stesso. Crispino, autore di due piccoli gioielli (L'etrusco uccide ancora e Macchie solari) conosce molto bene i meccanismi del thriller, quindi per assonanza anche i punti deboli del genere (solitamente le retoriche ambientazioni, spinte all'eccesso nel macabro), finendo per realizzarne una spinta e funzionale parodia. Clamoroso il flop al botteghino [1], anche a causa del ritiro della pellicola solo dopo pochi giorni dall'uscita nelle sale, al punto che lo stesso Crispino arriva a prenderne le distanze con queste parole [2]: "Frankenstein all'italiana è stato un certo compromesso dettato dalla necessità, se non proprio uno sbaglio. È l'unico dei miei film, del resto, nato da una sceneggiatura a cui non ho minimamente partecipato. Onestamente credo di poter dire che il film non era del tutto infame, almeno nella prima parte." 

Frankenstein all'italiana rappresenta comunque uno dei primi esempi di parodia horror tricolore, sviluppata come "parallela" deviazione della commedia sexy, al quale faranno seguito, per citare solo alcuni dei titoli più celebri: L'esorciccio (Ciccio Ingrassia, 1975), Tutti defunti... tranne i morti (Pupi Avati, 1977), Io zombo, tu zombi, lei zomba (Nello Rossati, 1979),  Dottor Jekyll e gentile signora (Steno, 1979) e La casa stregata (Bruno Corbucci, 1982).

 

NOTE

 

[1] L'anno seguente (1976) il film viene inutilmente ridistribuito, con analogo esito, come Prendimi, straziami, che brucio di passion!

 

[2] Dal libro: "Macchie solari, il cinema di Armando Crispino", di Claudio Bartolini

 

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Frankenstein all'italiana: (da sinistra) Gianrico Tedeschi, Lorenza Guerrieri, Anna Mazzamauro, Ninetto Davoli 

 

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"Massime malformazioni congenite. Forze fisiche enormemente accresciute. Ma il soggetto rianimato è subfunzionale, è miserevole... ed è morto."

(Victor Frankenstein dal libro di Mary Shelley) 

 

F.P. 10/09/2021 - Versione visionata il lingua italiana (durata: 91'22")

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