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Sulla strada di casa

Regia di Emiliano Corapi vedi scheda film

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La recensione su Sulla strada di casa

di OGM
8 stelle

Una storia dei giorni nostri. Una di quelle che probabilmente si celano dietro certe tragedie inspiegabili, morti misteriose od improvvise sparizioni di normali padri di famiglia, dei quali si dice conducessero un’esistenza tranquilla, e non avessero particolari problemi, né nemici. Alberto Casale è un piccolo imprenditore della provincia ligure, titolare di una fabbrica di ferramenta, con una moglie casalinga e due figli in tenera età. La crisi economica ha bussato anche alla sua porta, minacciando di intaccare il suo benessere. Avrebbe potuto dichiarare il fallimento e chiudere, in attesa di tempi migliori, come fanno quelli che non si complicano la vita. Invece ha preferito tener duro, e andare avanti, senza licenziare nessuno dei suoi dipendenti. Non deve essere stato facile, far fronte da solo ad anni di recessione. Ma forse c’è un trucco. Un segreto inconfessabile, pericoloso, e così terribile da far tremare i polsi. Una verità sconvolgente, alla cui scoperta non sopravvivrebbe nulla di ciò che possiede, a cominciare dall’amore della sua famiglia. Alberto è diventato un corriere della malavita. Le sue presunte trasferte di lavoro sono, in realtà, missioni durante le quali deve trasportare, da una parte all’altra del Paese, carichi di merce che scotta. L’apparenza è intatta, ed i soldi sono belli e sonanti, fintanto che tutto fila liscio. Una mattina, però, le cose cambiano, prendendo di colpo una bruttissima piega. È l’inizio di un drammatico thriller, nel quale la tensione criminale, attaccandosi alla pelle di gente comune, diventa una fibrillazione che fa male al cuore. La vicinanza morale col protagonista, un uomo qualunque - perfino un po’ ingenuo rispetto a come va il mondo -  suscita nello spettatore un inedito mix di ansia e compassione. Alberto è, a tutti gli effetti, uno di noi, che si è cacciato in un tremendo pasticcio, ma, per ovvie ragioni, non dispone dei mezzi tecnici, psicologici e strategici per affrontarlo.  Il suo viaggio attraverso l’Italia si trasforma, sullo schermo, in un convulso road movie a sfondo giallo, in cui al dinamismo dell’azione si sostituiscono, quali fonti di suspense, i sommovimenti interiori di un animo semplice, che, suo malgrado, si trova costretto a giocare al gangster in una situazione maledettamente seria e contorta, dalla quale cerca una via d’uscita andando disperatamente a tentoni. Alberto insegue la salvezza senza possedere un piano, compiendo un azzardo alla volta, e mostrandosi del tutto incapace di fare preventivamente i conti con gli eventuali imprevisti. Tutto gli sta crollando addosso, e lui si sta difendendo con una forza straordinaria, però fondata sullo spegnimento della coscienza, in nome di un cinismo che su di lui, guidatore di una station wagon con l’aria da impiegato, assume tratti davvero inquietanti. L’autentica mostruosità, tuttavia, è quella che impregna la realtà circostante, nella quale rimbomba l’eco di un imperdonabile errore commesso, con incredibile leggerezza, credendo di poter così evitare il peggio. Questo film non è il solito racconto sul lato in ombra delle vicende personali, difficile da nascondere, impossibile da dimenticare: qui l’insospettabile risvolto noir di una vita del tutto ordinaria è una belva che, d’un tratto,  esce dalla gabbia per divorarne il custode, ma solo dopo avergli dato a lungo la caccia. La durata dell’inseguimento, è, in questo caso, direttamente proporzionale alla distanza che separa la ferocia dall’innocenza, la freddezza dalla sensibilità: Alberto è entrato da agnello in una foresta di lupi, ha sbagliato per un assurdo eccesso di fiducia, ed ora si trova a pagare un prezzo che mai si sarebbe immaginato. In Sulla strada di casa, questo insanabile contrasto crea il grande imbroglio, tra inconvenienti e passi falsi, e poi, con la stessa confusa alchimia, dolorosamente lo risolve. Anche qui, alla fine, il bene vince, ma ciò accade in uno strano modo.

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