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Bar Sport

Regia di Massimo Martelli vedi scheda film

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La recensione su Bar Sport

di mm40
4 stelle

"E com'è Bar sport?"; "Ah, guarda, ti dico solo che finisce con Claudio Amendola che caga urlando in un autogrill". Se il libro omonimo di Benni vi era sembrata una sterile e insapore rifrittura di luoghi comuni strapaesani, come una specie di grottesca caricatura di fenomeni da quartiere priva di mordente e ironia, ecco che questo film, girato con un colpevole (nei confronti del pubblico, che non può capirlo adeguatamente) ritardo di 35 anni, vi aiuterà a rivalutarlo. Nonostante il cast stellare per il panorama italiano, nonostante l'aderenza alla pagina del bestseller di Benni, nonostante Martelli - anche autore della sceneggiatura insieme a Nicola Alvau, Giannandrea Pecorelli e Michele Pellegrini - imprima un buon ritmo alla pellicola e non ceda a eccessive volgarità (l'esempio di apertura è in effetti un episodio eccezionale in un film tutto sommato verbalmente corretto, fin troppo), nonostante insomma tutto quanto fili liscio per cento minuti, Bar sport risulta un prodotto moscio e di fattura televisiva (e Martelli dal piccolo schermo proviene: Love bugs, Medici miei, etc.). Inoffensivo come il libro, ma reso ancor più inconsistente dalla dispersività della storia; intreccio di situazioni e personaggi senza un vero protagonista, situazione che al cinema funziona più difficilmente che nella letteratura. E qui siamo in uno dei casi in cui non funziona, per essere chiari. Battiston, Cornacchione, Teocoli, Bisio, Antonio Catania, Angela Finocchiaro, Lunetta Savino, Bob Messini (del compianto Trioreno!), Vito e qualche faccetta televisiva di ulteriore richiamo: sul casting non si può sicuramente eccepire, per un film con questo target; eppure non basta ancora, la sensazione di fondo che rimane alla visione di Bar sport è che si sia trattato di un'operazione del tutto commerciale, un freddo collage di scenette umoristiche sottili sottili realizzato senza più di tanta partecipazione emotiva. 4/10.

Sulla trama

Il Bar sport è il luogo di ritrovo dei tipici fenomeni strapaesani: playboy che millantano avventure, mariti alle prese con matrimoni problematici, inconfutabili espertissimi di calcio e via dicendo; tutti ruotano attorno al bar gestito da Antonio detto per la sua tirchieria Onassis.

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