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I più grandi di tutti

Regia di Carlo Virzì vedi scheda film

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La recensione su I più grandi di tutti

di Andreotti_Ciro
8 stelle

A metà degli anni novanta il gruppo rock dei Pluto era a un passo dallo sfondare, ma dissidi interni mai sopiti ne minarono irrimediabilmente l’unità, portandoli allo scioglimento dopo una breve stagione di successi. A oltre quindici anni dall’ultimo concerto l’ex - batterista Loris Vanni riceve un messaggio email di un giornalista che desidera girare un documentario dedicato ai Pluto. Loris si mette immediatamente alla ricerca dei suoi ex colleghi.

 

Film firmato dal fratello minore di Paolo Virzì, appassionato di musica e autore della scena rock Livornese, e che prende spunto dalle commedie a sfondo musicale, difficile non notare delle similitudini con the Blues Brothers, ricordo di una generazione che si è sballata ma che con il passare degli anni ha deciso di mettere chi la testa a posto, Sabrina e a suo modo Loris, e chi di smetterla di rincorrere un sogno difficile da realizzare, come Maurilio e Rino. La strada percorsa da Loris, ex batterista disoccupato e con figlio a carico con il quale ha instaurato un rapporto più amicale che da genitore responsabile, va ben oltre un’intervista con un giornalista paraplegico e facoltoso che ai Pluto ha dedicato gambe e vita. Per gli altri membri della rock band più sgangherata di tutta la toscana e della scena underground, Virzì sceglie un vocalist con le fattezze di Marco Cocci, lanciato in passato dal fratello del regista, ma noto anche per essere egli stesso protagonista della scena underground. Una bassista con le sembianze di Claudia Pandolfi che ha deciso di ricrearsi una vita rispettabile con un nuovo compagno, Francesco Villa del duo comico Ale e Franz, e per finire un chitarrista, Dario ‘K’ Cappanera, impegnato da sempre nel mondo metal, che ha abdicato alla sua bravura per entrare sommessamente in fabbrica. Fra finte interviste e interventi di vere rock star che impersonano loro stesse. Ricordi che fanno riaffiorare iniziali ruggini e una sala prove che denuncia come il tempo possa passare anche per ‘i più grandi di tutti’, come affermato dal giornalista Ludovico Reviglio, impersonato da Corrado Fortuna. A film ultimato, lanciato anche da un EP composto da cinque pezzi punk rock firmati ed eseguiti dallo stesso Virzì, il risultato che si ammira è una commedia on the road dal finale agrodolce incentrata sul senso della vita e su come questa possa cambiarti con il passare del tempo. Su come i tuoi sogni di ventenne spesso non collimino con quello che ti attende in età adulta e su come certe amicizie possano segnarti irrimediabilmente non passando mai del tutto inosservate.

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