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Albert Nobbs

Regia di Rodrigo Garcia vedi scheda film

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La recensione su Albert Nobbs

di port cros
4 stelle

Nonostante l'indubbio fascino del soggetto, il passion project della Close affonda in un'occasione sprecata, per colpa di una sceneggiatura superficiale che butta via tutti gli spunti di approfondimento e una regia piatta al di sotto degli standard delle fiction di second'ordine che annichilisce ogni potenzialità emotiva.

 

 

Passion project di Glenn Close, che, dopo aver portato la storia di Albert Nobbs sul palcoscenico, interpreta, produce e co-sceneggia la versione per il grande schermo, diretta da Rodrigo Garcia, figlio dell'autore di Cent'anni di solitudine e regista soprattutto di serie tv e di qualche film, per la maggior parte con la stessa Close.

Albert Nobbs è un apprezzato cameriere/maggiordomo di mezza età in un hotel di Dublino alla fine dell'Ottocento. Nessuno sa che si tratta in realtà di una donna che ha scelto di cammuffarsi in abiti maschili per poter svolgere quel lavoro, allora precluso al gentil sesso. L'incontro casuale con un'altra donna travestita per poter fare l'imbianchino (Janet McTeer) e regolarmente sposata con una fanciulla spinge Albert a maturare il progetto di accasarsi e aprire una tabaccheria. Inizia così un'impacciato corteggiamento di una ventenne cameriera (Mia Wasikowska, somigliante in maniera persino inquietante ad una giovane Gwyneth Paltrow), che tresca però con un bel carbonaio.

 

 

 

 

Nonostante l'indubbio fascino del soggetto, e viene quindi ancor più il nervoso a pensare cosa mani più esperte avrebbero potuto trarne, l'operazione affonda miseramente.

Certo la Close ci ha guadagnato la sesta nomination all'Oscar (finita in un'ennesima sconfitta come avverrà anche con la settima nel 2019), tuttavia la sua interpretazione mi è parsa sacrificata dal make up che ne copre le espressioni , mentre il portamento risulta eccessivamente rigido. Ad onor del vero, ho visto in tv la versione doppiata, quindi non ho potuto valutare il lavoro che la Close ha fatto sulla voce, forse quello effettivamente meritevole di riconoscimento.

Ma il motivo del fallimento di questo film non è la sua interpretazione. Sono bensì una sceneggiatura che butta via tutte le occasioni e gli spunti che il soggetto offriva e una regia piatta al di sotto degli standard delle fiction di second'ordine.

Le motivazioni che hanno portato una ragazza a scegliere di assumere un'identità maschile agli occhi di tutti e le implicazioni psicologiche di tale ardua scelta esistenziale, i sacrifici, l'infelicità e la solitudine scaturenti dall'imposizione di tale menzogna, non vengono approfondite da una sceneggiatura superficiale che pensa di risolvere tutto con una liberatoria corsa sulla spiaggia.

Anche la decisione di prender moglie si riduce alla necessità di avere una commessa da mettere al bancone della tabaccheria, dato che Nobbs viene presentato come un essere asessuato, apparentemente privo attrazioni erotiche e dedito alla transizione di genere per mere ragioni economiche.

 

 

 

 

L'abilità e necessità di Nobbs di rendersi come invisibile agli occhi degli altri si travasano purtroppo nella sua rappresentazione cinematografica, per cui anche noi spettatori, come i clienti dell'albergo, non riusciamo ad andare oltre una maschera gelida e a-comunicativa, e finiamo pertanto per annoiarci e disinteressarci ad una vicenda umana che aveva tutte le carte in mano per avvincerci.

Tutte le scene potenzialmente emozionanti, come la scoperta del seno di Albert da parte dell'imbianchina durante la notte in cui sono obbligate a condividere il letto, la cena in cui quest'ultima presenta sua moglie ad Albert, la rissa con lo spasimante della cameriera corteggiata, sono realizzate con piatta sciatteria e totale mancanza di estro immaginativo, annichilendone ogni potenziale.

 

Un'opportunità sprecata.

 

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