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Il richiamo

Regia di Stefano Pasetto vedi scheda film

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La recensione su Il richiamo

di alan smithee
8 stelle

"Come si fa ad arrivare in un posto cosi'?" - si chiede la quarantenne ansiosa, preoccupata ed insoddisfatta Lucia...guardandosi attorno, in mezzo ad una spiaggia dal mare impetuoso circondata da carcasse arrugginite eppure seducenti di vecchi relitti mercantili.....
"Scappando da qualcosa.....per inseguire un richiamo..." le risponde una vitale, allegra e un po' invadente (ma tutt'altro che superficiale) trentenne di nome Lea. 
Ognuno nella vita cerca, con piu o meno affanno o successo, di udire quel richiamo, quella via appena intuita, e le due donne, così diverse per estrazione, età anagrafica, cultura e carattere, lontane dalla loro terra natia e trapiantate o meglio catapultate in una Argentina maestosa, immensa e proprio per questo un po' difficile da domare senza lasciarsi piegare o diventarne succubi, si affannano ad percepire quella voce lontana, troppo lontana per essere distinta con chiarezza. E se Lucia, hostess sposata con un celebre primario e desiderosa di quel figlio che una natura con lei sterile ed inflessibile le nega senza rimpianti, decide di fuggire appena si accorge che il suo marito di successo riesce solo compatirla (e a tradirla), Lea invece, biologa appassionata di studi marini e di linguaggi e richiami di mammiferi acquatici, si adatta a fare l'operaia in una azienda aviaria in attesa della chiamata che possa trasformare in realtà il sogno di una vita. La chiamata arriverà,  e pure una singolare soluzione per accogliere la giovane donna e la sua nuova amica problematica e triste, quella Lucia che tenterà senza troppa pazienza di insegnare a suonare il piano alla caotica Lea, in una dimora singolare ma a suo modo accogliente. Poi una storia d'amore che nasce dal caos dei sentimenti, dall'accumulo di emozioni, positive per una, decisamente negative per l'altra. Una passione che sorprende entrambe le donne, eterosessuali convinte perdute per un attimo nel rassicurante richiamo di una attrazione, una curiosità che nasce dall'urgenza, e si coltiva ed esalta nella strabiliante prepotenza di uno sfondo naturale possente e primitivo. Pasetto, dopo il felice esordio di Tartarughe sul dorso, firma un'opera singolare che parla di molte, troppe cose, procedendo per accumuli forse un po' slabbrati o affastellati a casaccio tra loro, che costringono a collegamenti ed intuizioni un po' forzate o audaci. Tuttavia il film appare contrassegnato da una vitalità, una forza e una autenticità di sentimento che non possono essere sottovalutate, cosi come la resa appassionata delle due ottime attrici coinvolte: Sandra Ceccarelli, qui come già altrove lungo la sua interessante carriera,  ideale personificazione della compostezza nel dolore, della dignità quasi eroica nella sofferenza, è da sempre una delle mie preferite, e Francesca Inaudi, la bellezza più irregolare e originale del mondo, è un tumulto di nervi e sentimenti contrastanti tra vitalità e ironica e consapevole follia.

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