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Una separazione

Regia di Asghar Farhadi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Una separazione

di zombi
10 stelle

uno di quei film non facili che andrebbero visti più di una volta per essere veramente sicuri di averlo visto tutto. la storia è banale come lo è la vita... una moglie chiede la separazione al marito. vivono a teheran e dopo aver speso soldi e patito pazienza per avere i visti per l'espatrio, dove lei vuol far crescere una vita normale alla figlia, il marito rinuncia e vuole rimanere. di sicuro il padre gravemente malato di alzheimer ha influito pesantemente sulla scelta di rimanere, ma stando al giudice la figlia senza il consenso del padre e il padre il consenso non lo da. da qui una serie di avvenimenti, uno sempre più grave dell'altro, porteranno la famiglia a dover fare delle scelte con gli altri, con se stessi e con la giustizia che non sempre li metterà d'accordo e anzi non farà che metterli sempre più in crisi. gianni canova nella presentazione al film parla di un andamento da giallo, e ha perfettamente ragione. il film sembra un thrilling in cui oltre a dover scoprire piano piano chi dice la verità, con se stesso, col marito o al cospetto di dio(non ci si dimentichi che siamo in iran), ci farà cambiare idea più volte sui personaggi che stiamo seguendo , cercando in qualche modo, un personaggio con cui parteggiare. ognuno ha problemi e tutti comunque ne hanno uno di fronte al governo teocratizzato, emblematica la scena in cui la donna chiamata a fare da badante al padre del protagonista chiede al consigliere religioso(o quello che è)per telefono se è peccato pulire e lavare un vecchio che si è sporcato i pantaloni. le bugie aumentano esponenzialmente, soprattutto perchè in ballo c'è un aborto a 4 mesi e la conoscenza o meno dello stato interessante della donna chiamata a badare. ma non è da meno lo stato sociale a cui appartengono i due nuclei familiari coinvolti. dopo tutte le diatribe e le battaglie per avere la giusta giustizia, alla fine veniamo lasciati in una corsia in attesa di sapere insieme ai genitori, con chi la figlia adolescente deciderà di stare. mi ha fatto molto piacere rendermi conto che la visione di questo non è stata soggiogata dai sentimenti che venivano esaltati di volta in volta dallo svolgimento. il regista è stato bravo nel bloccare lo spettatore di fronte a quello che stava guardando, utilizzando le emozioni per cercare di contestualizzare dapprima, ma poi analizzare ciò che stava succedendo per darsi una spiegazione. chi aveva ragione? ma poi tutto ciò che mi e gli auguravo era di sistemare sostanzialmente le cose. 

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