Regia di Neri Parenti vedi scheda film
“Amici miei come tutto ebbe inizio” non è un film peggiore dei tanti cinepanettoni che Neri Parenti e compagnia ci hanno rifilato negli ultimi vent'anni. Anzi, è tecnicamente assai curato, quasi opulente quanto a costumi e scenografie. Ma qui si esauriscono le buone notizie. Perché v'è invece in questo specifico caso l'aspetto morale dell'intera operazione a non poter essere ignorato. E sì, perché finché il regista fiorentino si limita a sfornare sequels di un prodottino vanziniano passi, ma qui si prende invece la libertà di cimentarsi con una delle cime più alte della commedia all'italiana, banalizzandola e trasformandone questo prequel (per chiamarlo di una maniera) in un “Vacanze di Natale nel Rinascimento”. E questo è imperdonabile. Ancor più quando cerca di far passare tale operazione di bieco sciacallaggio come un omaggio a Monicelli. Sono certo che il Maestro avrebbe gradito di più un omaggio più modesto, tipo un mazzo di gladioli sulla tomba. E certo non esenti da colpe sono gli attori, tutti nomi di punta del cinema nostrano di oggi, che avrebbero benissimo potuto tirarsi indietro di fronte a tale vile progetto.
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