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I due Presidenti

Regia di Richard Loncraine vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su I due Presidenti

di Enrique
6 stelle

Cominciamo dagli aspetti positivi: il genere (storico/politico). Sempre interessante (almeno per me), in questa occasione lo è doppiamente perché i fatti descritti io li avevo assimilati durante la mia infanzia (benché giunta nel suo periodo “autunnale”) e, quindi, li ricordavo esclusivamente per sommi capi, come rapidi, indistinti flash da notiziario del telegiornale. Questo film mi aiuta, quindi, a fare un po’ di chiarezza mentale. Inoltre ho nuovamente apprezzato (dopo la sua interpretazione nel bellissimo The Queen) il ritorno di C.Sheen nei panni di Blair.
Ma veniamo a quelli negativi: Anzitutto, non si è tenuto conto del fatto che D.Quaid ha un’espressione tutta sua (nel senso che è sempre quella in tutti i suoi film)…una sorta di “grugno” rubicondo e vagamente bilioso, che assai poco si adatta al faccino angelico da “chierichetto” (come ha prontamente dimostrato nelle sue stanze private) del vero Presidente. Ma è principalmente il taglio “documenatistico” dato alla produzione (reso quasi inevitabile dal sodalizio HBO-BBC) che ne ridimensiona notevolmente l’impatto. Il film, infatti, vorrebbe passare al setaccio le principali vicende pubbliche (di politica estera) e private (scandalo Lewinski) - e, con esse, qualche retroscena e “gioco di palazzo” - dei due protagonisti, ma lo fa con i guanti, senza svelare mai l’altra faccia nascosta della medaglia. Senza esplorare i risvolti più torbidi della “special relationship” tra i due Presidenti (e di quanto ruota loro attorno); senza clamore e scandalo, bensì con un “insalubre”, noioso approccio diplomatico e compassato. Ne è un esempio emblematico la citazione di O.Wilde sull’amicizia: vorrebbe far trapelare siffatte ambiziose mire, eppure si rivela del tutto inadeguata anche solo per rappresentare la complessità di tale speciale relazione.

Curiosa, nondimeno, la frecciatina lanciata a T.Blair. A 6 anni dalla scadenza del suo 2° mandato quale può dirsi essere il suo lascito politico (ciò che avrebbe dovuto costituire, a detta del collega Clinton, la sua principale preoccupazione quando era al Governo)? Per cosa passerà alla storia? Per la costosa (soprattutto per gli USA) e pressoché universalmente dimenticata vittoria in Kossovo? O per quell’ulteriore “special relationship” (dal film solo accennata) tra lui e il giulivo G.W.Bush, che tanto avrebbe condizionato la politica estera dei rispettivi paesi (ma, soprattutto, il destino dell’umanità intera) da lì in poi?

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