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Essential Killing

Regia di Jerzy Skolimowski vedi scheda film

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La recensione su Essential Killing

di mck
9 stelle

Germogli verdi sotto la neve.

Auxiliary Living.

 

" Inseguendo Cacciato ", un viaggio-sogno inverso a quello di Tim O'Brien.

 

Moralmente, può essere la diretta prosecuzione estesa e discordante del finale di Deep End.

 

" Ecco che aspetto avevo una mattina, la mattina in cui mi sono reso conto che le mattine non erano altro che mattine, solo mattine, e non l'inizio di una giornata o di qualsiasi altra cosa se è per questo. Ecco che aspetto avevo quando il mio ultimo ricordo è diventato un ultimo ricordo, e tutto ciò che ricordavo era finalmente ultimo. Ecco che aspetto avevo mentre mi scaldavo alla morte, mi raffreddavo col ghiaccio, scivolavo sul ghiaccio, ghiacciato come un parabrezza in una mattinata gelida, ma nessuna mattinata gela più, eh ? Le mattine sono solo mattine sono solo mattine sono solo quello che sono. Ed ecco che aspetto avevo quando me ne sono reso conto. "

 

Brano tratto da : " la Cura dell'Acqua ", di Percival Everett.

 

 

Dopo la notte se l'albeggiare ti coglie vivo lo fa da Est. Tu procedi volgendo il fianco sinistro al Sole, perciò la strada è buona e giusta : vuol dire che stai andando a Sud. Bene.

 

Prima o poi, dopo la Polonia, verrà l'Ucraina, e da lì potrai scegliere : o Romania e Turchia, con una parentesi supina sotto al Mar Nero verso il Caucaso, o attraversare tutta l'Ucraina con una parentesi prona sopr'al Mar Nero verso il Caucaso : e una volta lì, tra Nemici d'Amici, l'Iran. Verso l'Afghanistan è tutta discesa in costa e contropendenza, con tappa in Pakistan. Se l'alba ti coglie vivo giorno dopo notte. Intanto uccidi, come niente fosse, uccidi, e come fosse tutto e solo quel che ti serve all'occorrenza, uccidi. E spera che il numero di taglia degli scarponi e stivali non ti vada troppo stretto.

 

E procedendo verso Sud sgranocchi corteccia e muschio esposti a Nord che ti reindirizzano nella direzione corretta indicandoti la via e consentendoti una parziale digestione.

Mangiatoia per cervi : l'occidente che si spende contro i danni della propria opulenza.

Formicai caldi e brulicanti, in Eurasia ( Afghanistan, Polonia, Caucaso, Alpi ) come nelle Americhe.

Bacche che l'evoluzione s'è scordata di continuare a contemplare : e i ricordi diventano allucinazioni.

 

 

Che c'è solo il bosco. O il deserto. O la foresta. O il pack, e la banchisa. O la jungla. O la costa sul mare aperto, e le isole nelle correnti oceaniche. O la città. C'è altro da sé, che l'inferno è il tempo che passa, il purgatorio è quello che resta, il paradiso il tempo che fu : non ci rimane che presenziare all'uscita di scena fuori campo di un presente di sopravvivenza pura.

 

Fino alle due scene fra le più importanti del cinema di 'questi' anni :

un uomo-lupo che si avvicina al Cacciatore-Raccoglitore-Pescatore-Allevatore-Agricoltore come un cane, una volpe, un corvo : furtivo e impaurito e affamato e spavaldo ( Grizzly Man ), a sottrargli parte del bottino,

e la Dea Madre : l'adori, la porti con te nella tua caccia-transumanza-semina e all'occasione lei ti appare e ne riscuoti gli interessi sulle offerte : una lupa (non) addomesticata che si finge svenuta, e dopo il seno, quello libero (in una sorta di caravaggesca Caritas Romana - al centro del di lì a poco successivo romanzo di A.B. Yehoshua, "Hèssed Sfaradì", letteralmente "Pietà Spagnola" - forzatamente all'incontrario nella quale un Cimone violento e affamato assale una Pero non consenziente costretta all'opera di misericordia), mentre il neonato s'aggrappa stretto all'altro (il finale di "the Grapes of Wrath", e "la Donna Insetto / Cronache Entomologiche del Giappone" di Shohei Imamura), ti porge il collo in segno di resa (i Dinosauri in "the Tree of Life"), e sviene davvero (senz'alcun steinbeckiano "sorriso misterioso"). E tu le porti la bicicletta -- sulla quale andava quando le vostre strade si sono incrociate, la bicicletta che ha sbandato sull'asfalto lastricato di ghiaccio quando lei ha frenato per l'urgenza manifestata dal piccolo di mangiare -- al centro della carreggiata, per favorirne la vista e il soccorso.

Per poi, da figura Materiale e Concreta, ri-diventare ri-manifestandosi re-incarnandosi fisica e reale, paradossalmente Eterea : non occorre spendere parole sul fatto che l'unica anima con la quale riesci ( per volontà, per caso ( tu sei stremato, lei è indifesa e bisognosa anche solo d'altruismo disinteressato ), per necessità, l'ho già detto per caso ? ) ad entrare in Contatto, seppur fugace, ma altrettanto Concreto, Tangibile ed Utile ( le contadinelle di Paths of Glory e Barry Lyndon, Domino, Sally, Mandy, Abigail di EWS : ir-reciprocamente utile ), è sorda e muta ( " One ( Four ) Night(s) with 'Anna' " ) : il Senso è assordante, il Significato abbagliante. Un " the Shout " che non uccide, quelle sono le mani, armate o nude ( o da elicottero, bazooka braccato, drone...), Naturale più che Barbarico : il confine unisce ... " che a forza di ferirci siam diventati consanguinei " : l'esatto contrario ( ma se serve, va bene ) della Verità Biologica : una Cultura con dei culmini altissimi e uno sprofondo sterminato d'idiozia.

 

E ora, dopo tutto, se un'altra alba ti coglie ancora vivo, ecco che gli steli d'erba si preparano alla battaglia finale dopo il Solstizio d'Inverno continuando a resistere e a proteggere, sacrificandosi, le radici.

 

 

" Un tempo la pratica del waterboarding era conosciuta anche con il nome di " cura dell'acqua ". Il soggetto viene assicurato ( nel senso di legato e non tutelato ) a un'asse, nel mio caso con del nastro isolante, quello argentato prodotto dalla 3M, la mia è una tavola d'abete, perfettamente piatta e senza un nodo: la sua testa posizionata più in basso rispetto ai piedi, legata stretta con il nastro adesivo di modo che non possa muoversi e poi un sacchetto, nel mio caso una musetta marrone chiaro con su scritto qualcosa ( il sacchetto conteneva le granaglie per i tacchini selvatici ), gli viene infilato in testa, poi si versa lentamente dell'acqua sulla tela. Il soggetto, preferisco questo termine a vittima, accusa difficoltà respiratorie e comincia a temere ( un termine fin troppo leggero vista la situazione, ma serve a sottolineare il mio distacco dalla realtà del mio gesto ) di affogare, di morire per asfissia. Si contorce, ma non riesce a muoversi, i muscoli dello stomaco si contraggono come se avesse preso una scossa, la testa è in preda alle convulsioni oppure si irrigidisce allo stremo, gli lacrimano gli occhi (lo dico sulla fiducia perché non riesco a vederli), allora il soggetto ti dice le cose che tu vorresti sentirgli dire, per quanto siano soffocate dalla tela e dalla paura e dall’acqua. Quelli che ci sanno fare, una strana definizione per gli addetti alla pratica, difficilmente portano il soggetto alla morte; poiché con questo metodo i polmoni si trovano più in alto della bocca, perciò è difficile che ci finisca dell’acqua, o almeno questa è l’idea. Il waterboarding non lascia segni tagli graffi o lividi, non lascia tracce o prove, solo i guaiti del soggetto, e un dolce ricordo per l'autore della tortura. "

 

Percival Everett - la Cura dell'Acqua - ed. Nutrimenti ( trad. Marco Rossari ), 2008 ( "the Water Cure", 2007 )    

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