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Et in terra pax

Regia di Matteo Botrugno, Daniele Coluccini vedi scheda film

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La recensione su Et in terra pax

di gene55
8 stelle

Mi disse una volta un amico tossico-dipendente,di quelli della prima ora,lontani da mode e forzata criminalità,che il nemico principale per lui non era la droga in se per sè (tant'è che ha più volte smesso e il più volte è pari al ricominciato...) ma i 'diavoli' che dovevi combattare ogni giorno,sotto forma di presunti amici,luoghi familiari e tentazioni continue.
Succede così che il classico bar sulla stazione,o quello sotto le palazzine,diventi un'esca alla tua vulnerabilità,quelli che consideravi amici,pescatori affamati e calcolatori,e tutto il resto difficile da metabolizzare se non si ha nessuno con cui parlare o se quel qualcuno lo si è sempre rifiutati...

E' così anche per Marco,ragazzo appena uscito di prigione,che si troverà ad affrontare una realtà lontana,un percorso obbligato come la camminata iniziale e scelte difficili,ma ahinoi dal risultato scontato.
E' così anche per il branco di ragazzotti,perditempo per vocazione e drogati per necessità,che cederanno alla più estrema delle tantazioni maschili,a quella più crudele e vigliacca.
Magari questi personaggi,presi ad uno ad uno,ed estrapolati dalla terra malsana in cui sono cresciuti e fermentati,non risulterebbero così cattivi,così stupidamente reticenti.
L'emblema è quella panchina:dove si recano peccatori e giusti,quasi come una cappella dove zittire le coscienze o purificare lo spirito,a seconda delle credenziali.
Lì Marco troverà sfogo anche restando solo,semplicemente ossservando un mondo che non gli appartiene,che avrebbe voluto diverso...

'Et in terra pax' descrive una periferia delle tante,di quelle in cui lo Stato non esiste e anche la religione latita (differenza sostanziale rispetto a quella di Gomrra dove le statue e i quadri con le effigi di santi venivano portate in salvo) e allora resta davvero ben poco...
L'amicizia vale poco più di 100 Euro,e l'amore è una cosa vista solo in tv;la famiglia che potrebbe essere l'unico salvagente,è un appiglio maltrattato e tenuto il più delle volte all'oscuro...
Quante volte siamo rientrati in casa,e alla domanda di mamma...Oggi che hai fatto...?,abbiamo risposto ...Niente...
Quel niente può essere un allarme,un domani dovesse capitarmi dall'altra sponda,starò attento.
Attento a seminare bene,a non commettere errori,a distinguere il buono e il giusto non solo per quello che ci viene detto da sempre...
...A sperare che questo serva a qualcosa,soprattutto,visto che  la buona volontà dei genitori dell'amico tossico-dipendente di cui sopra non è servita a garantire la pace in terra.
Non credo che loro volessero recarsi al cimitero una volta a settimana,piangere una conseguenza del male di vivere,convivere con rimorsi e sensi di colpa...
Succede,e spesso succede a chi non se lo merita.
...Cosa fare allora...?
Ci dicono di accettare: ma saremmo sicuri di farcela se capitasse a noi?

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