Regia di Antony Cordier vedi scheda film
Sentimenti e istinto vanno spesso d'accordo, ma guai a sottrarsi alla necessità di una soluzione razionale quando giunge il momento. Cordier lascia giocare il suo quartetto amoroso in piena libertà, indagando poco e mostrando tutto. Lo sprofondare nella passione rende sempre meno necessario il bisogno della parola, ma anch'essa vuole il suo spazio: lo ottiene a tratti, ribadendo un costume ormai affermato che vede il verbo stridere con la spontaneità del sentimento. Tradizione valida pure per Happy Few, un'opera che non affronta a viso aperto il "vero amore" ma si sofferma nell'anticamera dell'eros, alla ricerca di un compromesso di coppia che non potrà funzionare. La conclusione denota un'incertezza (difficile dire quanto voluta) che non consente di tirare le somme, anche se il pensiero dell'autore pare orientato verso il pessimismo. Ipotesi confermata dalla raffigurazione paradisiaca di alcuni momenti, quasi a voler imprigionare i quattro amanti in un Eden tutto loro, unico luogo dove il loro gioco potrà essere concesso perpetuamente.
intrigante e ambiziosa. Mostra i suoi limiti ma vibra di passione vera.
Non impeccabile, denota qualche incertezza, ma nel complesso sicuramente una buona prova.
brava
spontanea e in parte
buona prova
bravo pure lui
non male
decente
comparsata
comparsata
particina
non lascia tracce
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