Regia di Jia Zhang-ke vedi scheda film
Da quel poco che ho visto di suo, Jia Zhangke mi sembra un regista molto interessato a descrivere gli aspetti sociali e culturali della Cina, e questo documentario non fa eccezione. Il film si propone di raccontare la storia di Shanghai, partendo dal 1848 (anno in cui la città divenne un porto internazionale), passando poi attraverso il '900 (secolo fortemente turbolento per la Cina, tra Nazionalisti, Comunisti, Seconda Guerra Mondiale e Rivoluzione Culturale), fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui la città ci viene mostrata attraverso il vagabondaggio di Zhao Te (attrice feticcia del regista). Ciò che però mi ha colpito è stata la maniera con cui Jia Zhangke ha scelto di raccontare la storia della città, avvalendosi in particolar modo di due metodi: il primo è la testimonianza diretta, od indiretta, dei suoi abitanti, mentre il secondo è il cinema. Infatti, spesso, per descriverci un preciso momento storico, Jia Zhangke ha deciso non soltanto di intervistare alcune personalità cinematografiche la cui vita si è intrecciata con quella della città (ad esempio, per citare il più illustre, Hou Hsiao-Hsien), ma anche di utlizzare alcune immagini di diversi film ambientati o girati a Shanghai, come il documentario di Antonioni "Chung Kuo, Cina".
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