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Il truffacuori

Regia di Pascal Chaumeil vedi scheda film

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La recensione su Il truffacuori

di mc 5
8 stelle

Se dovessi usare un solo aggettivo per definire questa pellicola non potrei evitare di ricorrerere ad un termine che mi è desueto e che attinge al gergo giovanile "parlato": questo film è maledettamente FICO. E potrei anche rincarare la dose, andando a pescare sempre dal suddetto campo: è un film CHE SPACCA. Siamo dalle parti di quel genere di cinema che coniuga felicemente la commedia sofisticata con l'umorismo passando per l'action. E in questo ambito il prodotto è impeccabile sotto ogni punto di vista: dialoghi, personaggi, sceneggiatura, sfondo, interpretazioni e colonna sonora...non c'è nulla che sia fuori posto. E tutto fila via liscio che è un piacere, sfiorando l'equilibrio ideale tra romanticismo e umorismo. Fluido. Ciò detto non posso trattenermi dall'aprire una parentesi, cui il film in oggetto, col suo alto livello di confezione, offre sostanziale spunto. E' un discorso fatto dal sottoscritto, qui e altrove, talmente tante volte che ormai la vena polemica che lo animava si è andata prosciugando. Grande è la desolazione di chi deve ogni volta constatare che, a fronte di un cinema francese sempre più grintoso e di qualità, dobbiamo riscontrare il progressivo calo di livello di un cinema italiano ormai ridotto a produrre e finanziare solo mediocri commedie. So di ripetermi, ma tra i nostri Brizzi e Veronesi che furoreggiano al botteghino e una commedia come questo "Truffacuori" corrono anni luce. E questo se voglliamo circoscrivere lo sguardo alle commedie, citando altri campioni d'incasso d'Oltralpe quali "Una top model nel mio letto", "Il mio miglior amico", "La cena dei cretini", "Giù al nord"...tutte commedie all'insegna del buon gusto e della brillantezza. Volevo allargare l'analisi ad altre categorie in cui i francesi eccellono, per esempio il "Polar", ma preferisco fermarmi qui per non divagare. Resta comunque un senso di frustrazione nell'animo di chi ha una certa idea di cinema e cultura, per il senso che in Italia viene attribuito a questi due termini. D'altra parte ognuno ha il ministro della cultura che si merita. Peccato solo che a noi italiani ne sia toccato in sorte uno che detesta il cinema. Si potrebbe ragionevolmente ipotizzare che il parco attori e registi della Francia è di fatto di qualità superiore, rispetto a noi. Però, i due discorsi (politica e arte), sono destinati fatalmente ad incontrarsi, perchè se in Francia hanno attori e registi più bravi dei nostri, ciò è in parte dovuto anche a maggiori investimenti dedicati, nei decenni (vedi Jack Lang), ad arte e cultura, e alla maggiore attenzione nel "fabbricare" e supportare un patrimonio di cervelli pensanti, dotati di capacità ed attitudine, vale a dire cineasti in grado di interpretare il nostro tempo con dignità e buon gusto. E noi italiani? Beh, noi basta che troviamo un produttore che apra la borsa per pagare i comici televisivi del momento, in modo da piazzare i loro bei faccioni nell'atrio di ogni multisala, con l'obbiettivo di far sganasciare un pubblico allevato a Cinepanettoni e a Sanremi, a Brunivespa e a Maurizicostanzi...e che magari si sente "intellettualizzato" perchè guarda "Zelig". Ma torniamo al nostro film. La vicenda è intrigante ed offre il destro ad equivoci e brillanti snodi narrativi. Già l'assunto di partenza è di quelli potenti. Cioè che esistono coppie "sbagliate" in cui lei è infelice ma non ha la consapevolezza di esserlo. E allora può succedere che un "terzo" abbia interesse a demolire la coppia. Compito non facile, che richiede l'intervento di un professionista. Ed è lì che entra in campo Alex Lippi, lo sfascia-coppie mercenario; egli opera scientificamente, supportato dalla sorella e dal cognato che agiscono dietro le quinte. Nel film assistiamo all'inizio ad un campionario irresistibile delle imprese di Alex. Infallibile. Ogni missione viene compiuta con successo, dato il fascino da bellimbusto di quel paraculo di Alex, il quale seduce la "donna infelice" di turno ma poi, spezzata la coppia, vola via subito senza mai farsi convolgere (sennò che professionista sarebbe?). Solo che accade (era fatale!) che il meccanismo s'inceppa quando Alex perde la testa per Juliette. E da lì parte una serie di episodi che rendono la storia piuttosto movimentata e ricca di imprevisti. Intendiamoci: è solo una commedia leggera, ma raccontata con brio e con quello spirito frizzantino ma elegante che solo certi autori francesi possiedono. Va detto che la colonna sonora aiuta non poco lo spettatore a godere delle disavventure di Alex, sottolineando i momenti action con indovinatissimi "stacchetti" funky, ma anche i momenti romantici: per esempio si coglie in sottofondo perfino una versione di Wilma Goich della stupenda "Ho capito che ti amo" di Luigi Tenco. Il punto di forza del film, ciò che fa la differenza rendendo così amabile una semplice commedia è senza dubbio l'alta professionalità del cast. Capisco che si potrebbe criticare la staticità di Vanessa Paradis, ma io credo che il suo ruolo richiedesse proprio quel genere di caratterizzazione, tra l'algido e l'ambiguo. Il protagonista  Romain Duris è semplicemente strepitoso: tiene in mano le redini del film e lo guida dove vuole, totalmente padrone del personaggio, senza la minima incertezza. Ma per me questo film è stata anche l'occasione per ammirare una portentosa e geniale attrice francese di teatro comico, la commediante di razza Julie Ferrier, qui nei panni della sorella di Alex. Che dire? Forse una "commediola" non meritava tale profluvio di parole e complimenti? E invece io credo di sì, perchè (concetto che sembra banale ma non lo è) non esiste cinema alto e cinema basso. Esiste cinema fatto con cura ed attenzione, ed esiste cinema "tirato via". "Il truffacuori" appartiene alla prima categoria.
Voto: 9

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