Regia di Antonio Racioppi vedi scheda film
Sorta di versione da hard-discount del “Per grazia ricevuta” di Nino Manfredi. Buono il cast ma praticamente inesistente la sceneggiatura, chiaro segnale della deriva eroticoide della commedia italiana.
Film che si rifà più o meno apertamente a “Per grazia ricevuta” di e con Nino Manfredi, interessantissa opera prima da regista del grande Nino, uscita nella stagione cinematografica anteriore. Dico 'più o meno apertamente' nel senso che non siamo di fronte a un remake vero e proprio, ma ispirazione, ambientazione e temi di fondo sono i medesimi. Certo nel confronto diretto questo film del semisconosciuto Antonio Racioppi perde per goleada nonostante un cast per nulla disprezzabile. Giuliano Gemma è il protagonista maschile, e seppur bravo come suo solito, risulta qui piuttosto fuori ruolo e la parlantina ciociara sulla sua bocca suona tanto naturale quanto l'accento svedese su quella di Fantozzi (ma si può fare di molto peggio, si pensi a Adriano Celentano che parla in romanesco in “Rugantino”). Protagonista femminile è la bellissima Barbara Bach, mentre i ruoli di supporto sono ricoperti da caratteristi di immenso valore quali Ninetto Davoli, Marisa Merlini, Francesca Romana Coluzzi e Nello Pazzafini. Sfortunatamente la sceneggiatura è pochissima cosa, segno evidente che la gloriosa italica commedia iniziava (siamo nel 1972) quella deriva eroticoide che andrà poi accelerando paurosamente nella seconda metà del decennio fino ad arrivare a prodotti che andranno progressivamente perdendo per strada non solo la capacità di far satira intelligente ma anche quella di far ridere.
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