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Ben X

Regia di Nic Balthazar vedi scheda film

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La recensione su Ben X

di supadany
6 stelle

Non si accontenta di certo Nic Balthazar nel portare in scena una storia di disagio giovanile e malattia psichica; riesce a creare un insieme forte e lugubre, a mescolare il ristretto mondo della realtà virtuale con quello più ampio prettamente sociale e vicino a chiunque, forse eccedendo, ma ciò non toglie troppo alla valenza del suo lavoro e comunque al messaggio che il film porta con se.

Ben (Greg Timmermans) è un ragazzo affetto da autismo che nella vita reale si trova emarginato e maltrattato dai suoi coetanei e che nel mondo virtuale, nel dettaglio un gioco online, ha un posto dove può figurare al pari di tutti gli altri.

Poi giunge la possibilità, insidiosa, di conoscere dal vivo una ragazza, tanti problemi, ma anche quel coraggio che gli farà prendere una decisione importante ed eclatante.

 

locandina

Ben X (2007): locandina

 

Non lascia indifferenti quest’opera belga, un impianto che non si fa scrupoli di “picchiare” duro, che da una storia vera come tante altre (il disagio giovanile è imperante, tanto più quando si vive in difficoltà, anche legate ad uno stato di salute che non può che condizionare) trae considerazioni ancora più ampie del già pesante bullismo mescolando le carte sul piatto.

Ciò avviene nella fase finale quando si passa dalla realtà virtuale a quel mondo fatto di convenevoli (il pianto di massa quando è, in teoria, troppo tardi), lo si fa probabilmente con troppo margine, ma l’impatto è comunque forte ed emozionale.

E poi in fondo è un film del 2007, ma che fa pensare ancora di più oggi (nel frattempo l’evoluzione è stata a tratto feroce) con tempi ancora più discutibili, quando la realtà virtuale ha sostituito ancora di più quella reale (quando ormai conta quasi di più un saluto su Whatsapp o Facebook che dal vivo), quando ciò che fa notizia non è una cosa buona, ma solo dinnanzi ad un fatto tragico ci si può fermare un attimo a riflettere (quando va bene, spesso manca la sincerità).

Un piccolo film che viaggia lontano dalla perfezione, ma che è capace di osare, probabilmente anche rischiando troppo (ed in fondo un po’ questo lo penalizza), ed ogni tanto serve anche questo, un po’ di freschezza lugubre (fosse solo per il clima generale, spesso buio e comunque senza mai una vera luce) che sprona il pensiero, magari facendolo seguendo linee guida diverse del solito.

Caratteristico. 

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