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Adam Resurrected

Regia di Paul Schrader vedi scheda film

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La recensione su Adam Resurrected

di barabbovich
8 stelle

"La sanità mentale è piacevole e calma ma non c'è grandiosità, né vera gioia, né il dolore terribile che dilania il cuore". È l'epitaffio di questo film straordinariamente coraggioso, che pur nella sua incompiutezza riesce a raccontare in tutte le sue sfaccettature la parabola della follia di Adam Stein (Goldblum), vedette dell'avanspettacolo nella Berlino degli anni '20, costretto in seguito alla presa di potere del nazismo a separarsi dalla sua famiglia e a vivere per anni letteralmente come il cane di un gerarca nazista, mangiando dalla ciotola, abbaiando e camminando carponi. In un gioco di continui flashback e flashforward, lo ritroviamo anni dopo in una clinica psichiatrica nel bel mezzo del deserto israeliano, dalle parti di Tel Aviv, dove l'uomo - che era e rimane un genio - dà fondo a tutta la sua vorticosa follia e al suo esuberante istrionismo. L'incontro con un ragazzino ospite presso la stessa istituzione e cresciuto come un cane lo porterà a una lenta rinascita, sempre ammesso che la sanità mentale possa davvero considerarsi tale.
Servito da un Jeff Goldblum da pelle d'oca e di esagerato talento, Adam resurrected è il film che non ti aspetti: spiazzante, eterodosso, completamente fuori dagli schemi eppure carico di suggestioni, a dispetto dell'incapacità di riuscire davvero a decollare per toccare il capolavoro. 

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