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Il cacciatorpediniere maledetto

Regia di Compton Bennett vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il cacciatorpediniere maledetto

di curiosone49
8 stelle

Il film, ambientato in uno dei periodi del II° Conflitto Mondiale più bui per il Regno Unito, il 1941, narra la storia - solo parzialmente romanzata - di un vecchio caccia USA, uno dei 50 donati dagli USA - ancora non belligeranti - al UK. Dismessi già da qualche anno, questi caccia venivano rattoppati alla meglio nei cantieri navali inglesi e rimessi in mare per operazioni di controllo delle coste (cacciamine e lotta antisommergibili). Analoga sorte capita al nostro rabberciato caccia, che, alla guida di un comandante (Trevor Howard) segnato da precedenti smacchi che lo avevano portato davanti alla Corte Marziale, con un equipaggio raccogliticcio ed inizialmente molto scettico circa le sue reali capacità di comando, va subito incontro alla beffa di speronare un relitto, già segnalato dall’Ammiragliato, ma non disegnato sulla carta nautica della nave da parte dell’Ufficiale di Rotta . E sarà proprio nel momento in cui sembra che l’equipaggio della nave - sfortunata o maledetta - abbia toccato il fondo di disistima da parte delle Autorità militari, allorchè cioè l’ufficiale addetto alle rotte verrà deferito alla Corte Marziale, l’inizio del riscatto: davanti alla Corte, infatti, il Comandante si assumerà tutte le responsabilità, cosi che l’ufficiale ne uscirà indenne, ottenendo riconfermata la fiducia del proprio Comandante...a  quella notizia, l’equipaggio, in una clamorosa scazzottata con i marinai di altre navi, laverà l’onta della vergogna...e non verrà punito dal Comandante che avrà riconosciuto in loro il necessario “spirito di corpo”...Il successivo siluramento di un sommergibile nemico riscatterà l’onore della nave che, al rientro in rada, sarà oggetto del saluto di tutte le altre navi...La storia della nave si intreccia con quella personale di molti membri dell’equipaggio...ed è forse lì che il film risulta irrimediabilmente datato...L’atto di riscatto finale sarà il ruolo che la nave avrà nell’azione di sabotaggio del porto di Saint Nazaire, effettuato nel 1942....” Proprio durante il secondo conflitto mondiale, St. Nazaire fu un' importante base di sommergibili dotata di un grosso bacino di carenaggio; Per questo fu attaccata da forze inglesi( 3 cacciatorpediniere, 1 cannoniera, alcune motosiluranti e motolance a bordo delle quali si trovavano reparti di Commandos ) nel marzo 1942. Il piccolo corpo di spedizione, raggiunto il porto nella notte del 28 marzo, riuscì a causare gravi danni alla chiusa del bacino di carenaggio, lanciando contro di esso il cacciatorpediniere Campbeltown ( il quale era stato cammuffato con una bandiera della Kriegsmarine ). L'incursione, che non raggiunse tutti gli obbiettivi prefissati, costò numerose e gravi perdite.” [Wikipedia]

Il film esalta i classici “valori” degli eserciti in guerra: il senso di responsabilità del Capo, lo spirito di corpo dei sottoposti...e questo lo si ritrova - pur se in condizioni e con personaggi umani assai diversi - anche in “Quella sporca dozzina” di Aldrich...ma qui il mondo è in bianco e nero (e non solo per la pellicola!); non esiste il grigio - il dubbio - siamo troppo vicini alla fine della Guerra (1952) per poterci permettere questo lusso; anche il clima familiare - di famiglia allargata (alle mogli, madri, figli e fidanzate) - potrebbe rientrare nello stesso filone di concetti quali Dio, Patria, Famiglia, indispensabile alla compattezza di un popolo in guerra, se non fosse che esso è veramente la caratteristica di un microcosmo, quale quello della nave e delle basi militari, spesso incomprensibile agli occhi di chi in quel “piccolo mondo” non ha vissuto...Mogli che attendono i mariti impegnati in azioni di guerra, che si fanno coraggio tra loro, (lo troviamo in  film americani anche attuali), ma anche tradimenti, drammi ed infelicità che, proprio per il fatto che si sviluppino in un microcosmo, assumono una carica assai più dirompente, come fa una bomba in uno spazio angusto..Il Capo, un Trevor Howard calmo, riflessivo, attento al proprio equipaggio, è ben lontano dal Comandante William Bligh de Gli ammutinati del Bounty, che terrorizzava i propri uomini tagliando le razioni (La paura è la mia arma migliore)..Il secondo, è interpretato da un equilibrato James Donald (Il ponte sul fiume Kway e La grande fuga), figura di militare totalmente compenetrato nel proprio ruolo di sostegno del Capo..Infine un giovane marinaio già rappresentante sindacale (Attenborough), ferratissimo in leggi e regolamenti, che non mancherà di  snocciolare ad un soldato nemico i diritti inalienabili del prigioniero di guerra.....e su tali...rivendicazioni sindacali in piena Guerra Mondiale, il film si chiude...forse strizzando l’occhio allo spettatore...

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