Regia di Jean Epstein vedi scheda film
Jean Epstein porta in scena un trancio di mito (folkloristico?) bretone in un cortometraggio tanto semplice nella trama quanto altamenete poetico nel risultato. Gli interpreti sono tutti attori non professionisti scelti tra la popolazione locale. VOTO: 7½
Nonostante non sia oggi ricordato dai più, Jean Epstein è stato nel quarto di secolo (circa) che va dal 1922 al 1948 una delle figure di spicco del cinema d'avanguardia d'oltralpe. Basterebbe citare il fatto che 'svezzò' un tale Luis Buñuel, suo aiutoregista in più occasioni per dare un'idea della sua taglia.Questo suo “Le tempestaire” giunge quando l'autore è ormai a fine carriera, nonostante non avesse nemmeno compiuto i 50 anni, e resta un'opera tanto semplice e breve (22 minuti di durata) quanto altamente poetica. Narra di una giovane che vive con sua nonna in un paesino sulla frastagliata costa bretone. La ragazza ha una premonizione e cerca conseguentemente di convincere il suo fidanzato a non uscire per la pesca. Il giovane non le da retta e prende comunque il mare. Sfortunatamente la premonizione risulta fondata e il vento inizia a gonfiare il mare in maniera sempre più spaventosa. Terrorizzata, la ragazza decide di visitare il tempestaire del titolo capace, secondo la tradizione locale, di dominare Eolo e il suo volere per mezzo della sua sfera di cristallo. Come detto, è una storia semplicissima, basata sul folklore bretone, ed è peraltro interpretata da attori non professionisti reclutati sul posto. Eppure il risultato è eccellente, con natura, magia e fato veri protagonisti del racconto, ingredienti che, fusi insieme con gran sapienza dall'autore, producono poesia pura.
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