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Cosa voglio di più

Regia di Silvio Soldini vedi scheda film

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La recensione su Cosa voglio di più

di pazuzu
4 stelle

L'idea alla base del nuovo film di Silvio Soldini non è propriamente quello che si definisce uno spunto geniale: Anna (Alba Rohrwacher) convive con Alessio (Giuseppe Battiston), Domenico (Pierfrancesco Favino) è sposato con prole. Un giorno si incontrano per caso e da lì nasce una relazione clandestina destinata a consumarsi in incontri di un paio d'ore a settimana in un motel. Nel raccontare questa storia di ordinario tradimento Soldini sceglie un profilo basso, fa un uso smodato della camera a mano con l'intento di attaccarsi ai protagonisti per trasmettere al pubblico i loro conflitti interiori che, uniti ad un ventaglio di altre comunissime difficoltà, generano in loro il bisogno di evadere dalla realtà. Ma non riesce, Soldini, a fare dell'erotismo il fulcro del racconto, perché, nonostante l'abbondanza della carne mostrata, si sofferma sui corpi dimenticando di trasmetterne il calore. Ed è bandito (per scelta) anche il romanticismo, perché dei fugaci incontri infuocati tra i due quello che resta negli occhi è solo lo squallore: lo squallore della vita di lei, una vita normale con un ragazzo buono come il pane che forse le dà troppe sicurezze, lo squallore della vita di lui, a corto di denaro e di emozioni e carico di responsabilità, lo squallore di un rapporto nato come fuga e destinato a portare solamente effetti collaterali (negativi) fino a quando uno dei due non deciderà che è il momento di scegliere tra un presente ricco di difficoltà ma con prospettive più o meno certe, e un'alternativa totalmente aleatoria. Vale quindi la pena mettersi di nuovo in gioco con tutti i rischi del caso? Essendo questa la domanda a cui rispondere va da sé che se l'erotismo è l'assente ingiustificato, l'amore è il grande sconfitto: non ve n'è traccia nell'attrazione carnale che lega i due, e sorgono seri dubbi che ce ne sia anche nei confronti dei rispettivi partner. Che sia sempre e solo una questione di convenienza? Non convince fino in fondo il nuovo film di Silvio Soldini, che decide di disegnare con stile sommesso una storia popolata da personaggi sciatti e profondamente soli, in un'operazione che, seppur indubbiamente sincera, è nel complesso fin troppo teorica e fondamentalmente velleitaria, figlia della scelta di un registro troppo lontano dalle proprie corde, e di quella, più contraddittoria che coraggiosa, di tenersi a debita distanza dall'esprimere giudizi. Perché alla fine, a furia di togliere, e di fronte ad una storia già vista e rivista, è alto il rischio che lo spettatore esca dalla sala domandandosi: «Beh, tutto qua?»

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