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Ninja Assassin

Regia di James McTeigue vedi scheda film

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La recensione su Ninja Assassin

di mc 5
8 stelle

"Spegnere il cervello" o "staccare la spina". Sono due espressioni che si usano quando si vuole esprimere la necessità di vedere un film totalmente disimpegnato. Anche se queste due formulette spesso implicano come un bisogno di giustificare una scelta indirizzata verso un prodotto che si suppone scadente. Io vorrei, a questo proposito, riordinare le mie idee, e sottolineo le MIE, perchè è logico che nel valutare la dignità di un film, benchè disimpegnato, ognuno di noi ha il proprio metro di giudizio. I prodotti di pura evasione in sè, per quanto mi riguarda, non implicano automaticamente un pregiudizio, fatta salva una sola ed unica condizione: che non vi siano tracce di volgarità. Mi spiego. Se io vado al cinema e vedo un film carico di violenza, a meno che non si scada nel conclamato e plateale cattivo gusto, non ho nessun preconcetto che mi porti a rifiutare quel dato prodotto. Anche perchè quando la violenza è mostrata in forma parossistica spesso nasconde l'intento di declinarla al grottesco e al caricaturale. Faccio proprio l'esempio di questo "Ninja assassin", film in cui si sparge sangue come fosse acqua, con tanto di teste mozzate ed arti recisi...ecco, questo è il tipico caso di film da non prendere troppo sul serio, perchè è lapalissiano che: a) la violenza esibita è funzionale alla vicenda (regolamenti di conti, duelli estremi che evocano sentimenti di vendetta e di odio). b) tale violenza è qui messa in scena in forma talmente "colorita" e "colorata" che scandalizzarsi per una simile grottesca caricatura sarebbe un pò da poveri di spirito. Prima di tornare al film in oggetto vorrei però aggiungere cosa, invece, non tollero quando si straparla (sempre con riferimento al cinema) di "spegnere il cervello". Ciò che non tollero è la volgarità cinica e furba, il maschilismo becero da caserma, l'allusione birichina, il doppio senso che sottende una presunta simpatìa da parte di chi lo formula; insomma appare evidente ciò che fatico a sopportare; vale a dire quella specie di "internazionale della volgarità", quel filo rosso della risata cretina che lega tutta una vocazione alla stupidaggine reazionaria e che alberga ad ogni latitudine...e ci metto dentro le stronzate natalizie da Pieraccioni ai Cinepanettoni coi soliti comici di Zelig affiancati a bravi attori in cerca di soldi facili anzi facilissimi. Ma ci metto dentro anche la nuova deriva volgare di Hollywood che si sta consumando sotto l'alto patrocinio intellettuale (?) di Judd Apatow e che vede contendersi il box office commedie orride come "La dura verità" o "L'isola delle coppie". Dunque il film di cui sto parlando trovo che contenga una proposta violenta ma accettabile, se vi si pone di fronte con la consapevolezza che trattasi di film destinato -appunto- a spegnere (temporaneamente) cervelli. Se uno mi conosce non può non stupirsi almeno un pò di questa mia scelta cinematografica, stante il mio pressochè totale disinteresse verso un cinema orientale di arti marziali. La molla, in questo caso, era una sola: il nome del regista, James Mc Teigue, che aveva diretto un film da me largamente apprezzato come "V for Vendetta", peraltro lavoro anch'esso drammatico e cupo ma illuminato dalla fulgida bellezza della divina Natalie Portman. Mi son detto: "Mc Teigue regista di film d'azione e drammatici, ok, ma... coi ninja che ci azzecca?" E invece il film si è rivelato piacevole da seguire, ben scritto e "parzialmente" ben interpretato (poi spiegherò quelle virgolette). Io non nego che nello stesso weekend d'uscita siano arrivati nelle sale prodotti ben più accreditati e "di peso" (ad esempio i fratelli Coen che peraltro ho elogiato senza riserve, oppure un sopravvalutato Sergio Rubini), però non trovo del tutto corretto lo snobismo preconcetto con cui la critica tutta ha accolto il film, liquidandolo come una stronzata di serie "c". Secondo il mio modesto parere, questo prodotto si eleva dalla media di prodotti analoghi incentrati su eroi delle arti marziali, soprattutto perchè si vede subito che dietro c'è la mano di un buon regista. C'è una storia ben congegnata, dialoghi non ridicoli, scene d'azione pirotecniche ben coreografate (ma quest'ultima era condizione ovvia e imprescindibile), insomma se noi sommiano tutti questi elementi, la risultante è un thriller-action di buona fattura, credibile e sufficientemente appassionante. Diciamolo pure, che il protagonista fa un pò sorridere, perchè appare come un essere privo di sentimenti, dunque inespressivo e gelido, ma QUESTO era il personaggio richiesto, e allora va bene la scelta caduta su questo coreano che, dicono le note informative, è in patria una acclamata pop star musicale, e ci si può credere dato il suo look da teen-idol. Costui, che si fa chiamare "Rain", è un pezzo di ghiaccio, ma gli altri attori sono piuttosto bravi, e due in particolare. Innanzitutto il vecchio Maestro e capo clan dei Ninja, l'anziano e supercarismatico attore giapponese Sho Kosugi, (uno dei ruoli da "cattivo" più incisivi mai visti sullo schermo), il quale vanta una lunga filmografia quasi tutta imperniata sulle gesta dei guerrieri ninja, essendo lui stesso nella realtà un vero Maestro di arti marziali. Poi c'è la bella Naomie Harris, attrice inglese di colore, con al suo attivo partecipazioni interessanti a film quali i due "Pirates" con Johnny Depp e addirittura "Miami Vice" di Michael Mann. Lei è brava e carina da morire (in senso letterale, perchè nel film a morire ci va molto vicino). La storia in due parole è questa. Un maestro di arti marziali raccoglie dalla strada piccoli bambini che poi lui addestra facendone della macchine per uccidere, attraverso una disciplina rigorosa che comporta anche crudeli torture ed autentiche autoflagellazioni. Uno di  questi bambini, raggiunta l'età della consapevolezza, comprende la spietata sadica malvagità del suo Maestro e spende il resto dei suoi giorni a combatterlo, dopo essere fuggito dalla "squadra". Manco a dirlo, la faccenda si conclude con un epico e acrobatico scontro fra i due personaggi, che si consuma in un rutilare di scintille e di lapilli. Vabbè che nel frattempo ci si sono messi di mezzo anche l'Europol e i servizi segreti internazionali, ma non facciamola troppo lunga. Tutto questo coordinato da una accorta regìa che garantisce un minimo accettabile di tensione drammatica spalmata su tutto il film. Volendo, poi, ci sarebbe uno spunto di riflessione interessante sull'utilizzo ossessivo di "modifiche grafiche-estetiche" sui corpi, basato su tatuaggi, lacerazioni, ferite, cicatrici...ma si finirebbe a parlare di simboli, messaggi e filosofie...ed è un discorso che lascio volentieri fare "a quelli bravi". Domanda finale. Ma davvero esiste qualcuno che veramente pensa ci sia più dignità in una vaccata natalizia con Pieraccioni e Ceccherini che nei "voli" di questo guerriero ninja? Se esiste, ci vorrei scambiare due chiacchiere.
Voto: 7 e 1/2

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