Regia di Cristian Mungiu, Ioana Uricaru, Hanno Hofer, Razvan Marculescu, Constantin Popescu vedi scheda film
Quattro episodi che, com'è ovvio, non sono tutti del medesimo valore. A me pare che i migliori siano i due episodi centrali, quello del contrabbando di uova e quello del ritocco delle foto in cui compare "il compagno Ceausescu", la cui dittatura era appunto definita dalla propaganda ufficiale "l'età dell'oro" per la Romania. Il primo episodio è una cosa un po' a metà tra il nostro Anni ruggenti di Zampa e i brani più ruspanti di Kusturica. La seconda delle quattro leggende sembra quella diretta con la mano più ferma (forse quella del più affermato, Mungiu) e parla forse dell'avidità umana ma forse, ancora di più, delle condizioni di ristrettezza, prima materiale, ma poi anche morale, in cui le persone erano ridotte in questa benedetta età dell'oro. Il terzo episodio si occupa degli eccessi grotteschi cui conduceva il culto della personalità (Ceausescu era detto "il genio dei Carpazi"), in una versione più movimentata e meno cupa di un analogo episodio cui si fa riferimento nello Specchio di Tarkovskij, derivante dall'abitudine di modificare fotografie ritraenti il dittatore e suoi collaboratori e/o nemici, nonché articoli di giornale, come in 1984 di Orwell. L'ultimo episodio è una piccola farsa grottesca, in forma quasi di comica finale, la cui trama anche qui prende spunto dalle rigide regole dell'economia socialista di questa molto presunta età dell'oro.
Sguardo satirico, ma assai poco nostalgico per il periodo della dittatura di Ceausescu, in cui erano sgarrupate non solo le strade e le case, ma anche le anime dei rumeni. Con il dubbio che, da molti punti di vista, le cose non siano poi migliorate tantissimo.
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