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Creation

Regia di Jon Amiel vedi scheda film

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La recensione su Creation

di alan smithee
6 stelle

Charles Darwin al cinema in un biopic di gran lusso, di fattura tradizionalissima, ma tutto sommato piuttosto interessante; merito soprattutto dell'appassionante personaggio, questo brillante naturalista dell'800 noto per aver ragionato tutta la vita e formulato quindi la teoria della evoluzione di tutte le specie viventi, arrivando a comprendere come nel corso dei millenni la selezione naturale abbia comportato e continui a comportare un drastico inesorabile freno al sovrappopolamento indiscriminato del globo,  che affina e potenzia le specie che sopravvivono e le rende piu' adattabili e resistenti all'ambiente circostante. E ancora l'uomo che per primo concepi' la teoria dell'ereditarieta' dei caratteri, dell'adattabilita' degli esseri ai mutamenti climatici ed atmosferici, e che prese consapevolezza della spietata ma equa giustizia naturale che fa soccompere il debole per la salvaguardia di tutta una specie e a garanzia delle generazioni future. Per tutto questo suo rivoluzionario pensiero Darwin si dovette battere contro una cultura e formazione religiosa scandalizzate dalle sue ipotesi; chiesa e principi religiosi che pur facevano parte anche del suo bagaglio culturale, e di quello della devota e rigorosissima moglie, che comunque, pur non approvando appieno certe sue prese di posizione, non volle mai rinnegare od ostacolare la formulazione delle sue brillanti teorie: queste vennero dopo molti sforzi sintetizzate nel celebre libro "L'origine della specie", di cui il film tra l'altro narra la maturazione e la loro faticosa interminabile stesura.
Un film che non infiamma dicevamo, ma come poteva essere diversamente con un poco piu' che diligente John Amiel in cabina di regia, soldatino obbediente al servizio della major di turno, cineasta senza picchi e senza cadute rovinose che in tutta la sua carriera ha diretto solo prodotti al massimo medi, spesso prevedibili o scontati, frutto di studi di marketing e calcoli commerciali piu' che di passione cinefila, e senza mai quel personale tocco o coinvolgimento che restano i tratti distintivi di un vero autore cinematografico.
Al di la' di questa medieta' e scontatezza, il film si segnala per la buona aderenza interpretativa di Paul Bettany e della splendida consorte Jennifer Connelly, bella coppia anche nella realta' che non puo' non risultare trascinante, affiatata e convincente soprattutto nelle scene che li vedono coinvolti nel travaglio sentimentale e morale che oppone i rispettivi punti di vista, nell'eterno conflitto tra morale e scienza, tra intelletto e spiritualita'.

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