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Moon

Regia di Duncan Jones vedi scheda film

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La recensione su Moon

di leporello
6 stelle

Strana “configurazione di sistema”: pur trovandoci nel futuro, Skype ancora non arriva, tant’è vero che i poveri Sam(s) possono interloquire con la Terra solo con video messaggi registrati. D’altra parte, non so se per via del tanto sbandierato low-budget del film (ma sarà stata una scelta voluta o una scelta obbligata?) o per un preciso criterio stabilito dagli autori, la faccina minimalistica di primo Windows con cui si interfaccia Gertie o altri dettagli come il palmare relizzato in simil-Lego trattengono lo spettatore a metà strada tra quella che sembra voler essere la ricerca di un passato cinematografico e/o tecnologico di ampia memoria e largamente condiviso, e un futuro cui si approccia quasi con fastidio, come se fosse costretto suo malgrado, con un vago senso di nausea. A me l’operazione non è parsa troppo riuscita: mi è sembrato che quel glorioso passato delle Odisee2001 o dei Solaris venisse ripreso solo manieristicamente. L’uso dei modellini, la scenografia che ricorda quella dei telefilm  anni settanta, il computer di bordo lercio e bisunto di post-it (che neanche una consolle della Montedison…), mi hanno dato  una poco piacevole sensazione come di sabbie mobili,  di incapacità di muoversi tra QUEL passato e una proposta che si mostrasse moderna e alternativa al cinema dei grossi effetti speciali (che rifiuta sì, ma ai quali comunque tende, vedasi le scritte in simil-tridimensionale dei titoli di testa) e che pure rimane solo nelle intenzioni, senza manifestarsi.
 Insomma, quasi un pastrocchio, dove peraltro il ruolo di one-man-movie, ruolo sempre difficile e pericoloso per le responsabilità che richiede, non mi è parso sia stato affidato all’attore migliore sul mercato, e le tematiche psicologiche, i temi “alti” che affronta, sono sviluppati attraverso uno script anch’esso in crisi di originalità, indipendentemente dal fatto che voglia puntare in avanti o all’indietro.
Un film in folle, con poco carburante (per quanto lunare e biologico), sospeso tra un passato che non sa recuperare e un futuro che non vuole riconosce.

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